La Timavo riottiene le carte dalla Gdf Arriva l’una tantum a carico dei soci
TRIESTE Priorità al contenimento di costi, ma soprattutto priorità ai bilanci. La Canottieri Timavo sta «uscendo dalle nebbie», per usare l’espressione del suo presidente Giampaolo Orzan, dopo il caso del maxi ammanco dalle casse sociali che a febbraio era stato denunciato alla Guardia di Finanza dal predecessore Lorenzo Lorenzon, poi dimessosi assieme al penultimo direttivo. I probiviri hanno fin qui assicurato la gestione ordinaria del sodalizio nel periodo di “interregno”, di modo che nessuna delle discipline sportive praticate dai tanti giovani atleti subisse contraccolpi. E tuttavia, l’assenza di un bilancio previsionale, bloccato dall’annullamento del consuntivo 2018 per la rappresentazione di una realtà economica e finanziaria della società «non conforme», costituisce un ostacolo. In secondo luogo, per mettere in ordine tutte le pendenze, sarà necessario – è l’ipotesi che si sta facendo largo – chiedere un «piccolo sacrificio» ai soci: lo conferma Orzan. Insomma, un’una tantum.
L’impedimento per la ristesura dei bilanci era, fino a qualche giorno fa, determinato anche dal fatto che le Fiamme gialle approdate in via Dell’Agraria avevano prelevato a scopo di indagine ogni foglio utile a ricostruire la situazione finanziaria degli ultimi anni. Pertanto la Timavo si trovava nella materiale assenza di documenti. E di conseguenza il commercialista non poteva mettersi al lavoro nella revisione. Ma circa una decina di giorni fa i militari hanno restituito le copie degli atti circoscritti al 2018, sbloccando l’impasse. Sicché ora la Società canottieri Timavo (ScT) può effettivamente ritornare in pista, varando i due bilanci propedeutici agli indirizzi di investimento e spese. L’operazione dovrebbe chiudersi entro metà maggio.
Si sa già, però, che bisognerà fare sacrifici. E uno verrà chiesto a tutti i soci, cui verrà domandata – come spiega Orzan – «una piccola somma», ancora da quantificare e comunque «il più contenuta possibile». Il presidente non si sbilancia sulla cifra, ma tenuto conto che gli iscritti sono oltre 400, è facile immaginare che non si tratterà di grandi esborsi. «Ancora non sappiamo – riferisce il vertice ScT – se l’ammanco, stimato sulla denuncia in 290 mila euro, abbia effettivamente questa portata. Il dato positivo, però, è che non si tratta di soldi attinenti a situazioni debitorie, bensì di quattrini erosi dal deposito cauzioni della Società». E difatti per la ScT non si è mai parlato di crac, come purtroppo accaduto ad altre realtà: grazie al suo “tesoretto” è rimasta sempre a navigare in acque tranquille. «Restano da coprire circa 80 mila euro – prosegue Orzan – tra fornitori e ditta che ha proceduto al lavoro dei pontili. Ma questa somma non rappresenta un gran problema». Altra considerazione che porta il direttivo a intravedere la luce in fondo al tunnel e ad affrontare i prossimi mesi con un pizzico di ottimismo, il fatto che la parte sportiva «sembra non aver minimamente risentito del marasma». «Alla luce dei recenti, rosei risultati – spiega – posso dire che gli atleti non sono stati sfiorati dal clamore del caso».
Varati i bilanci, cosa che accadrà a breve, si potranno dunque affrontare anche altre questioni. Già all’ultimo direttivo, comunque, si sono confermati, per l’estate, i centri estivi con una novità: i ragazzi iscritti avranno a disposizione entrambi gli sport e li potranno provare decidendo poi il più congeniale. «Nella speranza – conclude Orzan – che un domani diventino dei campioni». Intanto, in previsione del 2020, anno in cui la Sct traguarderà il primo secolo di vita un socio si sta dedicando al recupero di tutto il materiale storico, per una possibile pubblicazione. –
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