La telefonata di Berlusconi "Salverò io i colibrì di Trieste"
«Pronto, sono Silvio Berlusconi...». Stefano Rimoli, responsabile del Centro colibrì di Miramare, deve aver pensato ieri mattina a uno scherzo atroce quando al cellulare è echeggiata la voce del premier. Messo nell’angolo dalle contestazioni della Soprintendenza, ormai rassegnato a veder partire (e probabilmente morire) i suoi animaletti, lo studioso non credeva quasi alle sue orecchie quando si è trovato a interloquire con il capo del governo. «Mi ha chiesto di spiegargli la nostra storia – racconta ancora emozionato – e mi ha detto che conosce bene il colibrì, che è uno dei suoi animali preferiti e che è importantissimo per l'impollinazione».
Convenevoli a parte, è arrivato anche il riconoscimento che Rimoli pensava ormai di non poter neanche più chiedere. «Dobbiamo essere orgogliosi che ci sia lei – mi ha detto Berlusconi – aggiungendo che ci invidiano il nostro Centro e di raccontare pure che il presidente Berlusconi da questo momento se ne occupa personalmente e che nessuno dovrà permettersi di toccare questi colibrì. A non lasciare dubbi ha anche aggiunto che il Centro è una benemerita istituzione della Repubblica e opera per conto dello Stato italiano, che farà immediatamente una sanatoria e una convenzione».
Una conferma immediata arriva nientemeno che da Vittorio Sgarbi, che conosceva da tempo la vicenda, è attivo nel gestire i rapporti del Centro con l’Università di Udine, e ne ha reso partecipe il primo ministro. «Eravamo a Venezia – conferma il critico d’arte e parlamentare – e mi è arrivato proprio in quel momento il dossier sulla vicenda di Miramare. Tra l’altro Berlusconi ha colibrì nella sua villa di Antigua, li conosce bene... A quel punto ho messo di mezzo anche la Brambilla, animalista e pure lei presente. Del resto era una situazione assurda, non capisco a che pro bisognava liberare i colibrì se poi ne sarebbero morti la metà... Chiamerò Caburlotto (il soprintendente triestino ndr) per fare una moratoria».
La vicenda, poco prima dell’intervento berlusconiano, si era arricchita di particolari quasi gialli, come racconta lo stesso Rimoli. «Ero venuto a sapere – polemizza lo studioso – da un mio amico che è direttore di un grande zoo tedesco quale sarebbe stata la fine dei colibrì. Eravamo a un passo da un accordo preliminare col governo italiano in base al quale gli animali sarebbero stati spediti in Olanda e da lì smistati in quattro giardini zoologici... Finora avevo cercato invano di saperlo dalla Forestale e da tutti. Mi chiedo: devo venirlo a sapere da un mio collega tedesco?!?».
La curiosità finale apre invece scenari inimmaginabili di solidarietà bipartisan. Margherita Hack, particolarmente vicina alle sorti del Centro dei suoi preziosi ospiti, potrebbe trovarsi a dover abbracciare, magari solo virtualmente, Silvio Berlusconi se sulla vicenda calerà effettivamente il lieto fine. «È vero – scherza Rimoli – me l’ha detto lei personalmente quando le ho raccontato della telefonata. Ha detto più o meno che se Silvio salverà i colibrì lo abbraccerà e io l’ho riferito al premier...». «Confermo – aggiunge un divertito Sgarbi – e devo dire che almeno apparentemente non ha palesato reazioni...».
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