La tegola Agrokor si abbatte su Adris: 105 milioni in ballo
La società dice no alla proposta di intesa giunta da Zagabria: rischia di perdere una cifra doppia rispetto all’utile del 2017
POLA. Il Gruppo Adris di Rovigno ha rifiutato la proposta di patteggiamento definita dal consiglio provvisorio dei creditori di Agrokor, il gigante agroalimentare croato finito in ginocchio a causa di un debito complessivo della società che prima del commissariamento aveva raggiunto i 5,8 miliardi di euro, soprattutto per la troppo veloce espansione ai mercati dei Paesi dei Balcani. Facilmente comprensibile il motivo della bocciatura: Adris rischia di perdere nell’operazione oltre 105 milioni di euro, ovvero una cifra doppia rispetto all’utile di gestione registrato nel 2017.
I vertici del Gruppo Adris, una delle più rilevanti società in Croazia, sorta attorno alla vecchia manifattura tabacchi e attiva oggi nei settori del turismo, della maricoltura e delle assicurazioni, nutrono seri dubbi sull’intero iter del patteggiamento. Il debito di Agrokor nei confronti del gruppo rovignese, pari a 160 milioni di euro, è strutturato in due crediti di 23 milioni di euro che saranno recuperati fino all’ultimo centesimo; e in un credito molto più consistente, che arriva a quota 137 milioni. In quest’ultimo caso potrà essere recuperato soltanto il 15% dell’importo, ossia 28 milioni di euro.
Il problema, come scrive il quotidiano Glas Istre, sta nei ”collaterali”, ossia i beni concessi in garanzia di pagamento del debito che non si possono riscuotere o monetizzare a causa della ristrutturazione interna di Agrokor. Come garanzie del credito, al Gruppo Adris era stata infatti offerta l’ipoteca su numerose società “figlie” di Agrokor: il 76% del capitale sociale della Jamnica, che produce la nota acqua minerale; il 51% della catena dei supermercati Konzum; e il 3,5% della società Ledo, che produce gelati e alimenti surgelati. Ma con l’operazione di ristrutturazione di Agrokor diviene praticamente impossibile accendere le relative ipoteche: resta tutto da capire dunque quali strumenti vorrà utilizzare il Gruppo con quartier generale a Rovigno per recuperare il credito. E certamente sarà proprio questo il tema dominante all’Assemblea degli azionisti, fissata per mercoledì prossimo.
Adris è rimasta l’unica società ad avere respinto la proposta di patteggiamento. Inizialmente su questa stessa posizione si erano allineate altre aziende, che però hanno successivamente rivisto la propia posizione alla luce dell’opera di persuasione messa in atto dall’amministratore straordinario di Agrokor, Fabris Perusko.
Ricordiamo che la Corte commerciale di Zagabria ha intanto tempo fino al 10 luglio per verificare e confermare l'accordo trovato nei giorni scorsi fra i creditori di Agrokor e porre fine alla gestione straordinaria. L’intesa prevede la cancellazione di una notevole parte del debito e la spartizione delle quote di proprietà tra i maggiori creditori esteri. Il 46% del colosso alimentare, il cui valore è stato stimato a 2,8 miliardi di euro, verrà consegnato a due banche russe statali, Sberbank (il 39%) e Vtb (l'8%), che negli ultimi anni hanno abbondantemente finanziato con complessivi 1,4 miliardi di euro la compagnia, in parte consapevoli dei problemi di liquidità in cui l'azienda versava.
Tornando ad Adris, all’assemblea degli azionisti di mercoledì verrà anche presentata la relazione finanziaria relativa al 2017: lo scorso anno il Gruppo ha fatturato 738 milioni di euro producendo un utile di poco superiore ai 50 milioni. (p.r.)
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