La Tasi sul castello fa infuriare il principe

Carlo di Torre e Tasso: «È una vergogna. La mia proprietà è aperta al pubblico e fa girare l’economia di Duino Aurisina»
sterle trieste castello di duino
sterle trieste castello di duino

DUINO AURISINA. «È una vergogna, in questi momenti essere italiano diventa un peso difficile da portare». Lo sfogo di Carlo, principe di Torre e Tasso, proprietario del Castello di Duino, è autentico, sincero, espresso senza giri di parole. Del resto, quando ci sono di mezzo le tasse da pagare, ci arrabbiamo un po’ tutti, e il sangue blu non fa eccezione. Ribolle come gli altri.

Il motivo della protesta del principe di Duino è semplice, ed è lo stesso Carlo a spiegarlo: «Dopo la dichiarazione del premier, Matteo Renzi, che ha promesso che case di lusso, ville e castelli pagheranno la tassa sulla prima casa - dice - l’Associazione Ville venete gli ha chiesto una politica fiscale equa, che consenta ai proprietari di proseguire nella loro opera di tutela e valorizzazione di questi beni, patrimonio della collettività. Gli immobili storici vincolati sono circa 30mila in Italia - aggiunge - e rappresentano l’identità culturale del Paese. Ebbene - sottolinea il proprietario del maniero di Duino - queste case antiche hanno oggi un valore commerciale risibile. Sono senza mercato, lontane dai centri, scomode, troppo grandi, non trasformabili. Non bisogna confondere i castelli e le ville vincolate con gli immobili di lusso - prosegue - i primi sono di interesse collettivo storico e culturale, invece un immobile di lusso ha valore economico e interessa solo il suo proprietario».

Il principe Carlo scende poi nel suo caso particolare: «Il mio castello e il parco sono aperti al pubblico, mi occupo quotidianamente della loro gestione affinché siano accoglienti e gradevoli - sottolinea - eppure Renzi non vuole sentire ragioni e intende tassarli a livello di prima casa come le grandi ville di lusso, anche se si tratta di situazioni molto diverse. Un immobile storico aperto come il mio - continua - fa lavorare un’intera comunità, sostiene ristoranti, alberghi e negozi, impegna imprese edili, restauratori, botanici, giardinieri. La tassazione indiscriminata sta asfissiando questa economica locale». In conclusione, il principe Carlo chiede «che non si impongano contributi sui castelli, che le imposte patrimoniali non infieriscano e che i costi di manutenzione siano deducibili».

Da questo ragionamento nasce la proposta di creare un gruppo catastale ad hoc per gli immobili vincolati. «Patrimonio storico e reddito personale sono entità distinte - conclude il principe Carlo - si tassi il proprietario per la sua capacità contributiva personale, ma non il valore patrimoniale dell’immobile storico. Renzi ha detto che la cultura salverà l’Italia, ma lo si faccia con una tassazione equa».

Per sostenere le ragioni evidenziate dal principe e da altri proprietari di castelli, l’Associazione Ville venete ha allestito una petizione popolare. Carlo non è nuovo a battaglie di questo tipo. Nella scorsa primavera i suoi legali avevano presentato un esposto al Tar contro l’ipotesi di esproprio del sentiero Rilke. Si attendono novità.

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