La svolta verde di Lubiana: stop alle auto inquinanti
LUBIANA. Basta auto inquinanti a diesel e a benzina. Sì a quelle elettriche e ibride plugin, è quello il futuro. Futuro prossimo che non è solo quello di Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Norvegia, ma anche della vicina Slovenia. Che sta imboccando una strada sempre più ‘verde’ per il proprio sviluppo. Slovenia dove il governo ha annunciato giovedì la futura introduzione di nuove regole per l’immatricolazione di nuove automobili. «Dal 2030, non permetteremo la registrazione di macchine tradizionali», ha confermato Bojan Zlender, numero uno dell’ufficio ministeriale che si occupa delle politiche dei trasporti.
Maggiori dettagli sono stati resi noti dall’agenzia di stampa slovena Sta, che ha specificato che lo stop alle vendite nel 2030 riguarderà auto diesel o a benzina «che producano più di 50 grammi di Co2 al chilometro». Già dal 2025, le auto dovranno inoltre avere una impronta inferiore ai 100g/km, come prescrivono gli obiettivi Ue. Non si tratta dunque di un «divieto totale», sul modello francese o britannico, ma che potrebbe avere conseguenze simili. Al momento, «solo veicoli elettrici e gli ibridi elettrici plug-in» (Phev), ricaricabili senza uso di motore a combustione, rispettano questo limite, ha ricordato infatti la Sta. Se nei prossimi anni nuove tecnologie abbatteranno le emissioni delle auto tradizionali, anche queste potranno continuare a essere registrate. In caso contrario - scenario più probabile - chi vorrà acquistare auto nuove dal 2030 dovrà puntare necessariamente su veicoli elettrici o Phev.
È proprio a questo che mira Lubiana, ossia di «far salire al 17 per cento la quota» di auto verdi nel Paese, oggi un minuscolo 0,1% del parco macchine, già entro il 2030 e poi esponenzialmente negli anni successivi. Parliamo di grandi numeri, in una nazione che ha uno dei più alti tassi di motorizzazione in Europa. In Slovenia, sono infatti 523 le auto in circolazione ogni 1.000 abitanti. E se la quota del 17% sarà raggiunta, fra un decennio o poco più saranno già 200mila le auto elettriche o Phev. Auto che avranno bisogno di più colonnine di rifornimento di quelle oggi attive. Per questo, Lubiana ha pianificato di aumentarle dalle attuali 227 fino a 22.300 nel 2030. Tutte misure, quelle ‘anti-combustibili fossili’, che sono contenute nella bozza della «Strategia per lo sviluppo 2030», adottata giovedì dal governo, che include anche altri punti importanti, come la riduzione del rapporto debito/Pil sotto il 60%. La strategia sarà sottoposta a un dibattito pubblico fino a novembre, per essere perfezionata, e poi messa in pratica.
Ma la rotta è segnata. Rotta che non è troppo ambiziosa perché non copia «ad esempio il modello olandese, dove le emissioni ammesse» nel 2030 saranno «zero e non 50», spiega a Il Piccolo Ignac Zavrsnik, presidente dell’Associazione slovena per la mobilità elettrica (Dems). «Non è la stessa storia che in Norvegia o in Olanda, ma è un cambiamento», un passo avanti significativo che «ripercorre quelli dei Paesi più sviluppati». È un «passo nella direzione giusta», gli fa eco Greenpeace Slovenia. «Ma dobbiamo prestare attenzione da dove questi veicoli ricaveranno energia. Se essa arriverà dal carbone o dal nucleare - continua Greenpeace - diminuiamo solo un problema e ne prolunghiamo un altro. E l’elettrificazione deve andare a braccetto con «lo sviluppo delle rinnovabili».
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