La svolta Unicredit: il francese Mustier nominato nuovo ad

Già numero uno della banca d'investimenti di Piazza Cordusio e di Société Générale. A Ghizzoni 10 milioni di buonuscita
Il francese Jean Pierre Mustier
Il francese Jean Pierre Mustier

MILANO. Con i mercati che restano in tensione, si è preferito accelerare il cambio al vertice di Unicredit. Nella serata di martedì si era riunito il comitato nomine, che aveva confermato ancora una volta la diversità di vedute tra i grandi azionisti in merito al successore di Federico Ghizzoni nel ruolo di amministratore delegato. A sorpresa, il cda di ieri ha invece trovato l'intesa sul nome di Jean Pierre Mustier, superando le resistenze provenienti soprattutto da Francesco Gaetano Caltagirone e Luca Corderdo di Montezemolo, che premevano per una scelta italiana. Il 54enne manager francese lascia il gruppo transalpino Tikehau. A Federico Ghizzoni va una buonuscita, tra azioni e cash, di più di 10 milioni di euro.

A sostenere il banchiere francese sono state in particolare la Fondazioni bancarie ritenendolo - nonostante la mancata conoscenza dell'italiano - il miglior candidato possibile della rosa nella quale rientravano anche i banchieri di casa nostra Flavio Valeri (Deutsche Bank) e Fabrizio Viola (Mps). A un certo punto quest'ultimo era apparso a un passo dalla nomina, ma sembra che abbiano pesato le preoccupazioni di Bankitalia sulle possibili ricadute del suo addio per l'istituto senese, ancora nel pieno del piano di risanamento.

Mustier è esterno al giro dei salotti italiani, ma conosce bene l'ambiente, dato che nel 2011 è stato nominato proprio da Ghizzoni alla guida del corporate and investment banking di Unicredit (carica che aveva già ricoperto in Société Générale). Quando ha lasciato il ruolo, nel 2014, è entrato nell'International advisory board del gruppo. Secondo voci non confermate, sul suo nome erano state manifestate perplessità da parte della Bce, che avrebbe preferito un banchiere classico, senza un trascorso in banche d'affari, hedge fund o private equity, ma pare difficile che le cose siano andate effettivamente così. Con la sorveglianza sempre più stretta di Francoforte sulle banche di carattere sistemico, è inimmaginabile che vengano prese decisioni così importanti senza il suo consenso.

Il compito che spetta al manager francese non è tra i più agevoli. Basti pensare che da inizio anno Unicredit ha perso in Borsa oltre il 60% del proprio valore, arrivando a una capitalizzazione di appena 11,6 miliardi di euro. E anche la seduta di ieri si era aperta con un forte passivo, tanto da portare a una sospensione per eccesso di ribasso. Poi la notizia della nomina ha fatto cambiare umore agli investitori, tanto che la chiusura è stata in crescita del 2,28% a quota 1,97 euro.

Tra la crescita dei crediti deteriorati, le tensioni geopolitiche nell'Europa dell'Est (dove il gruppo ha una forte presenza) e la difficoltà di generare margini nell'era dei tassi ai minimi storici, il mercato nelle ultime settimane ha mostrato una diffidenza crescente verso l'istituto milanese. Dopo un breve periodo di ambientamento, Mustier sarà chiamato - d'intesa con i grandi soci - a compiere scelte decisive per il futuro dell'istituto, da possibili dismissioni a un aumento di capitale (Equita Sim stima che sarà almeno nell'ordine dei 5 miliardi di euro) che restituisca solidità patrimoniale al gruppo.

Decisioni che non potranno certamente essere prese a cuor leggero. Intanto, proprio ieri Hsbc ha tagliato la raccomandazione sul titolo da "buy" a "hold", indicando un prezzo obiettivo di 2,07 euro, quindi poco sopra i valori attuali. Dello stesso avviso è Ubs, che ha ridotto il target price su Unicredit da 3,2 a 2,1 euro, sottolineando che l'incertezza prodotta dalla Brexit peserà a lungo sul settore del credito.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo