La svolta tedesca di Generali: stretta su costi e innovazione

L’amministratore delegato della controllata tedesca Giovanni Liverani anticipa: «Chiuderemo l’anno con un forte aumento del risultato operativo»
Il ceo di Generali Deutschland, Giovanni Liverani
Il ceo di Generali Deutschland, Giovanni Liverani

TRIESTE. La strategia annunciata da Generali nell’ultimo Investor Day di Londra per mantenere gli obiettivi del piano industriale ha iniziato a realizzarsi in Germania. Il ceo di Generali Deutschland, Giovanni Liverani, in diciotto mesi ha già tagliato 100 milioni di costi netti. Il riassetto in terra tedesca comporta la fuoriuscita di oltre 1000 dipendenti sui 12 mila in totale nel Paese alla fine di un negoziato “alla tedesca” senza pesanti costi sociali e senza licenziamenti. Ma in Germania le Generali non si sono concentrate solo sui costi e sulla riorganizzazione della propria governance: il Leone viene visto sul mercato come il battistrada nell'innovazione grazie al lancio del programma salutistico Vitality, i prodotti telematici collegati alla Rc Auto e alla protezione domotica della casa. I bassi tassi d'interesse, la rigida regolamentazione e la forte concorrenza hanno messo invece sotto pressione in Germania soprattutto tutto il settore Vita. Da qui anche il piano che ha riorganizzato la governance con misure di rilancio della competitività. Ora parte la fase due.

Liverani, può fare un bilancio di questi primi diciotto mesi?

Siamo diventati leader nell’innovazione nel Paese. Abbiamo introdotto una cultura dei processi organizzativi che ci consentono di trattare il cliente come il nostro asset più importante. A fine dicembre aumenteremo il risultato operativo del +15% rispetto al livello di due anni fa. La riduzione dei costi netti di 100 milioni ci consentirà di pagare alla casa madre dividendi significativamente più elevati. La nostra capacità come country di generare cash flow per gli azionisti aumenta del 40% rispetto al 2014.

Su cosa si è basata questa strategia?

In primo luogo una ristrutturazione organizzativa e di semplificazione. Abbiamo fuso quella che era la sub-holding locale con la principale società operativa e abbiamo razionalizzato e migliorato la nostra governance. Abbiamo ringiovanito il management di 10-15 anni: fra promozioni interne e assunzioni sul mercato abbiamo cambiato 9 amministratori delegati su 11 nelle varie unità di business. Oggi il 20% dei nostri dirigenti è più giovane e più internazionale. Così siamo diventati più bravi nell’interpretare l’innovazione.

La sfida si è giocata poi nel business vita in uno scenario "giapponese”..

I bassi tassi d'interesse, il nuovo regime di Solvency 2 e la forte concorrenza hanno messo sotto pressione in Germania soprattutto il settore Vita. Nonostante ciò i nostri rendimenti restano superiori alla media del mercato. Il 70% dei premi proviene da due compagnie, Aachenmunchener e CosmosDirekt, che stanno andando molto bene grazie alla loro leadership nei prodotti Protection e Unit Linked. Una terza compagnia, Generali Leben, tradizionalmente focalizzata in passato sui prodotti garantiti che oggi non vende piu, produce il resto dei premi e sta superando le difficoltà dopo una aggressiva riduzione dei costi per circa 60 milioni nel solo 2015 e una attenta selezione del nostro portafoglio. Abbiamo fatto bene i compiti a casa.

Sul fronte dell’innovazione siete stati i primi a lanciare il nuovo programma Generali Vitality. Sarà ampliato ad altri Paesi?

Finora le compagnie hanno svolto un ruolo di protezione. Vogliamo fare un passo in più: prevenire malattie e incidenti incentivando i nostri clienti a scegliere stili di vita salutari, più sicuri sulle strade e a casa. Abbiamo reinventato un nuovo paradigma assicurativo: seguire il cliente e supportarlo in tutta la sua attività quotidiana. Il programma Vitality ad esempio, grazie anche ad una applicazione sul telefonino o sullo smartwatch, da la possibilità ai nostri clienti di condurre uno stile di vita più sano premiandolo ad esempio se fa attività fisica, compra cibi sani o smettere di fumare. Cooperiamo con partner importanti - Garmin, Polar, Adidas, Weightwatchers, un’importante catena di farmacie e di palestre – con i quali i nostri clienti hanno sconti significativi. Seguendo le nostre indicazioni di prevenzione e sulla base dello status raggiunto si ottengono sconti sulla polizza in doppia cifra. Utilizziamo i cosiddetti data analitics per fornire ai nostri clienti consigli e indicazioni anche per ridurre la frequenza dei sinistri.

Superati i problemi sul fronte della privacy?

Abbiamo dialogato con le Auhority tedesche per adottare soluzioni tecnologiche con elevati livelli di sicurezza della privacy. Oggi cresciamo su questo prodotto molto innovativo di oltre 100 clienti al giorno e abbiamo in pochi mesi già 5.700 nuovi clienti. É un modello che le Generali esporteranno a partire dal 2017 in Francia, Austria e poi in anche in altri Paesi europei. Intanto sviluppiamo accordi anche sul fronte della domotica con polizze che prevedono l’utilizzo di termostati intelligenti per la casa forniti dal gruppo tedesco Devolo.

E nel settore Auto?

Nel 2015 il Gruppo ha acquistato Mydrive, società inglese specializzata in profilazioni di stili di guida intelligenti. In questo caso viene premiato l’automobilista virtuoso. Abbiamo cominciato a vendere questi prodotti a luglio scorso.

Previsioni per il 2016?

Chiuderemo l’anno con un forte aumento del risultato operativo grazie alla ottima performance dei nostri canali di vendita e alla disciplina sul fronte dei costi.

Le Generali investono nel Made in Germany?

Investiamo nel Paese circa 100 miliardi di riserve. Siamo un soggetto economico importante che investe anche in un’ottica infrastrutturale e che comincia ad essere ascoltato anche dalla politica tedesca. Ma su certi temi come il cibo o l’abbigliamento, se me lo chiede, preferisco ancora il made in Italy….

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