«La svolta hi-tech di Generali Italia»

TRIESTE. «Le abitudini di acquisto, i contenuti multimediali condivisi sui social network, la geolocalizzazione sono solo alcuni esempi di dati disponibili che, analizzati in modo integrato, diventano per noi informazioni preziose»: Marco Sesana, ex McKinsey, dal luglio 2013 è il Coo (Chief Operating Officer) di Generali Italia, la subholding del Leone, guidata da Philippe Donnet.
Sesana è il regista dell’integrazione informatica e tecnologica fra le compagnie del Leone sul mercato domestico che rappresenta la prima realtà assicurativa del Paese con 23 miliardi di premi e circa 100 miliardi di attivi gestiti per conto di 10 milioni di clienti (dati 2014). Generali Country Italia (con le compagnie controllate Genertel, Alleanza e Banca Generali) nel 2014 ha realizzato 17,4 miliardi di premi Vita, 6 miliardi di raccolta nel Danni, con un risultato operativo complessivo pari a 2,1 miliardi di euro.
Marco Sesana, a che punto è il piano di riorganizzazione che consentirà in prospettiva alla rete Generali di sfruttare tutte le potenzialità del digitale? Entro fine anno l’intero programma sarà portato a termine. In giugno è stata completata con successo l’attivazione delle agenzie sul portafoglio Danni e non Auto. Non ci resta che l’ultimo passaggio quando le insegne delle nostre agenzie, entro i primi mesi del 2016, saranno uniformate con un unico marchio Generali (spariranno le originarie denominazioni come Ina, Toro, Augusta, ndr).
La concorrenza fra le compagnie anche in Italia si giocherà sulla piattaforma tecnologica e sui big data soprattutto sul mercato auto.. Infatti. Generali Italia dispone di oltre 100 milioni di righe di database di informazioni generate dalle black box sulle automobili. Abbiamo a disposizione una quantità enorme di dati che possono essere analizzati per stabilire l’esatto livello di rischio. Disponiamo di informazioni come lo stile di guida con i chilometri percorsi e il numero di accelerazioni, le informazioni sui sinistri in tempo reale, l’individuazione di possibili frodi.

Il mercato ha risposto bene? L’Italia è il Paese con il più alto numero di black box installate sulle auto. Le Generali hanno anticipato i tempi e oggi circa 800 mila nostri clienti le usano: siamo una delle flotte più importanti in Europa di auto connesse. L’obiettivo è di arrivare a 900 mila auto entro quest’anno in un Paese dove il costo dei sinistri resta fra i più alti in Europa.
Generali fra l’altro ha acquisito di recente MyDrive Solutions, start-up inglese fondata nel 2010, tra gli operatori leader nell'utilizzo degli strumenti di data analytics. Quali sono le altre applicazioni? Grazie alla telematica, attraverso un "cruscotto digitale" e una app, anche il cliente avrà a disposizione dati e informazioni sul proprio stile di guida che gli consentiranno di migliorare le proprie abitudini in auto e la propria sicurezza in viaggio.
E oltre al settore auto? Dall’anno prossimo partiremo con una serie di servizi dedicati alla protezione della casa e alla famiglia che è il secondo mondo ideale dove poter applicare la connessione telematica per misurare e prevenire il rischio. Poi c’è un altro grande settore che è quello della salute.
I big data sono un patrimonio enorme per l’industria assicurativa. Quanto investite in formazione? Generali Italia ha avviato un importante percorso di formazione per i dipendenti, che porterà alla creazione di 100 nuove figure professionali interne, i data scientist.
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