La super Provincia squarcia la Lega in Fvg. Anche gli alleati stoppano Roberti

La fuga in avanti dell’assessore sulla fusione Trieste-Gorizia manda in tilt il Carroccio isontino. Fi e Fdi: «Non è nei patti»

TRIESTE La riforma degli enti locali lanciata dall’assessore Pierpaolo Roberti è una bomba nelle acque del centrodestra. La decisione di puntare su tre Province, con l’unificazione fra Trieste e Gorizia, manda in subbuglio i dirigenti della Lega isontina, che conoscevano le intenzioni del responsabile delle Autonomie locali ma che non digeriscono il salto in avanti di un annuncio che riduce i margini della mediazione. Forza Italia e Fratelli d’Italia entrano intanto a gamba tesa sulla linea che piace al governatore Massimiliano Fedriga e al coordinatore di Progetto Fvg Ferruccio Saro.

«Sarà la Caporetto della Lega», si sfoga un esponente di spicco della Lega goriziana, il cui direttivo provinciale si è autoconvocato d’urgenza domani a Monfalcone. Roberti insiste per esserci, ma un altro isontino si augura che «non voglia venire a fare pressioni». A microfono acceso le dichiarazioni sono concilianti, ma l’imbarazzo si evince dalla nota di Diego Bernardis, ex sindaco di Dolegna e ora presidente della commissione Enti locali, che dovrà appunto gestire l’iter della legge di riforma. Nessun appoggio alle parole di Roberti, ma la richiesta di «preservare l’integrità della provincia isontina», con indiretta bocciatura per l’ipotesi dell’assessore di indire un referendum per il passaggio della sola Monfalcone alla Città metropolitana di Trieste. Bernardis invita a tenere «in considerazione le sensibilità di tutte le rappresentanze del territorio regionale». Poi il tentativo di gettare acqua sul fuoco, spiegando che «nulla è stato ancora deciso».

«La strada migliore? Creare tre Province e fondere insieme Trieste e l’Isontino»
Foto Bruni Trieste 16.01.2019 Piarpaolo ROBERTI


Parole prudenti, che non affrontano mai il nodo dell’unione con Trieste, che i leghisti goriziani potrebbero essere costretti a ingoiare in nome della disciplina di partito, anche se qualcuno già avanza la controproposta di un referendum da tenere nell’intera provincia isontina. Non tutti sono schierati su una singola posizione, comunque, se nel 2011 l’allora consigliere regionale Federico Razzini aveva prospettato proprio l’unificazione amministrativa dei due territori. Oggi Razzini è capogruppo nel Consiglio comunale di Monfalcone, il cui sindaco Anna Cisint evita per ora il contrasto con l’esecutivo: «Al momento la miglior soluzione è la Provincia di Gorizia, perché non andiamo a fare il municipio minore della Città metropolitana. Ma cerchiamo di capire che vantaggi può dare al territorio la proposta della giunta. Ho fiducia nel presidente al 100%». In Lega si bisbiglia che la prima cittadina sia protesa a giocare una partita tutta autonoma in nome degli interessi di Monfalcone, che Cisint definisce «capoluogo economico della nostra provincia», con indiretta presa distanza rispetto a Gorizia.

A tenere alta la tensione sono pure le critiche che gli assessori della giunta comunale di Gorizia hanno rivolto ieri durante una riunione ai colleghi della Lega, ritenuti colpevoli di stare nel partito che vuole depotenziare la città. La sortita di Roberti diventa così occasione per una polemica più ampia, che vede gli azzurri colpire tanto il Carroccio quanto Progetto Fvg, dopo il “patto della tartara” con cui Roberto Dipiazza e Ferruccio Saro hanno sancito la propria alleanza politica e l’intenzione di cementarla sul progetto di area vasta Trieste-Gorizia. I deputati berlusconiani Sandra Savino, Roberto Novelli e Guido Pettarin, unitamente al sindaco Rodolfo Ziberna e al capogruppo Giuseppe Nicoli, evidenziano che «qualsiasi ipotesi di annessione dell’Isontino a Trieste sarebbe una pietra tombale, perché comporterebbe la rimozione di tutte le articolazioni periferiche dello Stato. La strada ipotizzata da Roberti non può portare a uno sviluppo positivo. Il futuro della nostra regione non si decide in pochi intimi al tavolo di un ristorante». L’assessore Fabio Scoccimarro ricorda invece che «Fdi ha condiviso l’impianto di quattro realtà territoriali elettive». A precisa domanda, il patriota chiarisce che «in giunta non si è mai parlato della fusione di Trieste e Gorizia, anche perché non è nel programma di coalizione».

Per il Pd, Cristiano Shaurli e Sergio Bolzonello già annunciano il referendum abrogativo: «Assurdo resuscitare le Province con tutto il carrozzone di elezioni, presidenti, consiglieri, assessori e portaborse. Se sarà necessario proporremo un referendum per chiedere ai cittadini se vogliono questo ritorno al passato. Fedriga e Roberti predicavano l’ascolto, ma ora umiliano i Comuni imponendo una riforma senza alternative». Secondo l’altro dem Diego Moretti, «proporre un disegno dove l’Isontino viene assorbito da Trieste o ne esce a pezzi è folle». Se i Cittadini definiscono la reintroduzione delle Province «costosa e vecchia», il Patto per l’autonomia evidenzia «la contrarietà dell’Isontino» e critica le gestioni commissariali, mentre l’Unione slovena chiede autonomia per i Comuni del Carso. —


 

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