La stretta di Vienna: lunedì 9 al via i controlli sanitari ai confini con l’Italia
TRIESTE Da domani, lunedì 9 marzo, l’ingresso in Austria per gli italiani sarà più complicato e soprattutto richiederà molto più tempo. Sono previsti infatti controlli sanitari alle frontiere e sono stati cancellati alcuni collegamenti aerei e ferroviari. Per la prima volta, da quando il coronavirus ha fatto la sua apparizione in Europa, il governo austriaco ha deciso di porre un freno agli arrivi dall’Italia, considerata il principale focolaio dell’epidemia e quindi la principale minaccia per la salute pubblica nel Paese.
In Austria il fenomeno non è paragonabile per dimensione a quello italiano. Basti dire che fino a ieri sera (in base al bollettino del Ministero della Sanità delle 19) le persone contagiate erano 81, di cui solo un paio in gravi condizioni. E pur tuttavia la situazione è vissuta con allarme, tanto da indurre il governo a prendere drastici provvedimenti che sono stati comunicati venerdì a tarda sera, in un’ora assolutamente inconsueta. L’Orf, la tv pubblica, ha dovuto modificare il suo palinsesto per poter trasmettere in diretta una conferenza stampa convocata senza preavviso dal cancelliere Sebastian Kurz, che aveva al suo fianco il ministro della Sanità Rudolf Anschober, appena rientrato dalla conferenza dei ministri della Sanità europei a Bruxelles, e il ministro degli Interni Karl Nehammer.
L’obiettivo – ha sottolineato Kurz – non è chiudere i confini, ma adottare misure in grado di rallentare il diffondersi del contagio. I pericoli maggiori, ovviamente, vengono dalla Cina e più recentemente anche dalla Corea del Sud e dall’Iran; per questo da domani saranno interrotti i collegamenti aerei con questi Paesi.
Ma la minaccia più immediata arriva dall’Italia. Delle 81 persone risultate positive al tampone, quasi tutte erano state contagiate nel corso di un viaggio nel nostro Paese o per avere avuto contatti con persone che erano state in Italia. Ma, più che in Italia, sarebbe meglio dire in Lombardia. È questa la regione dove il virus si è diffuso più rapidamente, seguita dall’Emilia-Romagna, mentre non si ha notizia finora di austriaci contagiati a Venezia.
Per questa ragione dunque da domani ai valichi di frontiera con il nostro Paese saranno effettuati controlli della temperatura corporea ai viaggiatori in arrivo. Inizialmente era sembrato che i controlli dovessero essere sistematici, ma Kurz – riporta l’Ansa – ha parlato di controlli sanitari «mirati e non capillari», dunque è probabile che saranno attuati a campione, con un’attenzione maggiore per chi proviene dalla Lombardia.
Non si conoscono ancora nel dettaglio le modalità dell’operazione, perché a ieri sera non erano giunte istruzioni da Vienna alle direzioni di Polizia di Carinzia e Tirolo: le autorità del Tirolo stesso però hanno annunciato la creazione di un team di medici, agenti di polizia e altri esperti nel campo della sanità per effettuare i controlli sanitari ai confini. È verosimile comunque che i controlli saranno effettuati soltanto ai due valichi principali del Brennero e di Tarvisio, dove esistono gli spazi e le strutture adatte per gestire il traffico in arrivo. Inevitabilmente si creeranno code e rallentamenti. Del resto il cancelliere ha parlato di provvedimenti che porteranno «a una sensibilizzazione e a un calo del traffico transfrontaliero, oltre che ad evitare i viaggi non indispensabili».
Quanto alla durata dei provvedimenti, Kurz ha parlato di due settimane precisando che tutte le misure saranno riviste di giorno in giorno, tenendo conto dell’evoluzione dell’epidemia.
Le informazioni sono invece più precise per quanto riguarda il traffico aereo. Sono stati cancellati i voli da Milano e Bologna per l’aeroporto di Vienna e sono stati fortemente ridimensionati i collegamenti ferroviari. In pratica, sono stati aboliti tutti i treni e i collegamenti che prevedevano l’impiego di personale austriaco anche in territorio italiano. Tra questi, i collegamenti con autobus Intercity da Venezia e Udine per Villaco e Klagenfurt e i treni notturni Nightjet per Milano e Venezia. Rimarranno invece i collegamenti diurni con Trieste, Udine, Venezia, Verona e Bologna, perché questi treni sono gestiti da ferrovie partner italiane. –
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