La stretta del governo alle Regioni: «Riapre prima chi vaccina gli anziani»

In arrivo una direttiva che imporrà di accelerare su over 75 e “fragili” 
Ha debuttato il primo hub vaccinale aperto anche in orario notturno fino alle 2 di notte sei giorni su sette, domenica esclusa, 07 aprile 2021. E' stato allestito a Genova San Benigno dai privati di 'Casa della Salute'. E' il primo in Italia a funzionare anche di notte. L'avvio delle vaccinazioni in notturna è avvenuto alla presenza del presidente della Liguria Giovanni Toti e dall'amministratore delegato del gruppo Marco Fertonani. Circa un centinaia i prenotati in coda. ANSA/LUCA ZENNARO
Ha debuttato il primo hub vaccinale aperto anche in orario notturno fino alle 2 di notte sei giorni su sette, domenica esclusa, 07 aprile 2021. E' stato allestito a Genova San Benigno dai privati di 'Casa della Salute'. E' il primo in Italia a funzionare anche di notte. L'avvio delle vaccinazioni in notturna è avvenuto alla presenza del presidente della Liguria Giovanni Toti e dall'amministratore delegato del gruppo Marco Fertonani. Circa un centinaia i prenotati in coda. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA «Sui vaccini dare la priorità agli over 75 e per le Regioni più avanti nelle immunizzazioni di fragili e vulnerabili sarà più facile riaprire». Il premier Draghi detta la linea e il generale Figliuolo da un lato, il ministro Speranza dall’altro, si apprestano a metterla nero su bianco con due provvedimenti distinti. Il commissario con una direttiva che dovrebbe imporre alle Regioni di premere l’acceleratore sulla vaccinazione dei più anziani e della popolazione fragile. Ossia i due milioni di «estremamente vulnerabili» elencati nell’ultimo piano vaccinale del governo, ai quali però ad oggi non è dato sapere quante dosi sono state somministrate. Ma anche i disabili gravi, anch’essi finiti fuori dai radar. Un richiamo a quei governatori, e non sono pochi, che continuano a prendere prenotazioni anche dei sessantenni, mentre ad oggi ancora il 40% degli over 80 è in attesa del richiamo e solo il 18,2% degli anziani tra 70 e 79 anni ha ricevuto la prima dose e un misero 2,3% ha avuto la fortuna di ottenere il richiamo.

Dal canto suo Speranza ha mobilitato i tecnici del ministero per mettere a punto un sistema di indicatori regionali dello stato di avanzamento delle vaccinazioni, che dando maggior peso alle dosi ad anziani e fragili farebbe raggiungere il punteggio che consentirebbe di riaprire le attività ancora oggi bloccate. Una semi-normalità raggiungibile solo dopo aver messo al riparo quella fetta della popolazione più esposta al rischio di ricovero e di morte.

Una strategia che deve però fare i conti con i nuovi limiti posti al ritrovato di AstraZeneca, rispetto al quale la circolare del ministero della Salute inviata ieri alle Regioni «raccomanda un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni». Confermando che «chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria può completare il ciclo vaccinale con lo stesso vaccino». Una formulazione ritenuta vaga dai governatori, che avevano chiesto invece indicazioni precise anziché una «raccomandazione», giudicata un po’ come uno scaricabarile nei loro confronti. Con il rischio di generare il solito fai da te regionale che questa volta i governatori dopo essersi consultati hanno deciso di evitare, impegnandosi tutti a rispettare sia l’indicazione dello stop al vaccino per gli under 60 che quella di non cambiare ritrovato per il richiamo. «Anche perché chi se ne assumerebbe la responsabilità dopo che l’Ema e la nostra Aifa hanno affermato di aver riscontrato un nesso di causalità tra il vaccino e i rari ma gravi tromboembolismi?», si chiede Enrico Coscioni, presidente dall’Agenas e braccio destro di De Luca per la sanità in Campania.

Ma le Regioni sarebbero intenzionate a fare blocco anche per i richiami. I primi segnali che arrivano soprattutto dal mondo della scuola indicano che in pochi dei 2 milioni e 300 mila vaccinati con la prima dose di AstraZeneca mostreranno il braccio anche per il richiamo. E senza la seconda dose l’immunità è destinata a svanire dopo qualche mese. Per questo l’idea che si è fatta largo tra le Regioni è quella di richiamare ad ottobre chi ha rifiutato il richiamo per riprendere il ciclo vaccinale con un altro antidoto. Anche perché se così non fosse la ripresa della scuola in autunno diventerebbe un bel problema.

«Le dosi di AstraZeneca andranno a una platea di 13 miloni e 275 mila possibili utenti tra i 60 e i 79 anni. Il target è questo e l’afflusso di dosi è coerente con questi numeri», ha assicurato Figliuolo, ieri in visita ai centri vaccinali delle Marche. In questo trimestre e nel prossimo arriveranno 30 milioni di dosi di AstraZeneca. L’importante è ridare fiducia a tutti e vaccinarci», ha aggiunto, indicando le priorità in over 80 e fragili. L’obiettivo, come confermato da Draghi, è somministrare mezzo milione di vaccinati al giorno entro fine aprile. Intanto gli altri Paesi hanno iniziato a correre. E per alzare l’asticella toccherà convincere i nostri anziani che AstraZeneca è la migliore soluzione per loro, dopo aver detto l’esatto contrario solo un mese fa. —



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