La storia e la nostalgia dei “masegni”
Non rispettare la storia può costare carissimo. Vale per le pietre scelte per lastricare le strade urbane di una città un tempo tra le più civili. Storicamente per pavimentare strade e piazze era stato prediletto il “masegno”, perché resiste a qualsiasi erosione, pressione e a ogni insulto atmosferico. E ci è voluta dunque una grave crisi di amnesia perché chi ha retto il Comune di Trieste, e chi ha fatto parte dei suoi uffici tecnici (che ebbero figure del calibro di Eugenio Geiringher e Giorgio Polli), abbia deciso da oltre una decina d’anni a questa parte di cavare i “masegni” e sostituirli con una pietra che ha l’encomiabile caratteristica di sfogliarsi e sbriciolarsi. L’evento di questi giorni in piazza Unità non è nulla più che l’episodio più manifesto della tendenza alla decomposizione rapida di tali lastre di pietra. I lavori in corso nel borgo Teresiano e in piazza Ponterosso devono essere l’occasione per una radicale e definitiva riflessione in tema di pavimentazioni urbane e per recuperare la capacità di rispettare la storia. (p.pos.)
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