La storia della Grande Guerra insegnata nelle trincee

Sul Carso monfalconese una rievocazione con i ragazzi delle scuole locali e numerosi appassionati. Quasi un set cinematografico dove si affrontarono l’esercito italiano e quello austriaco. Obiettivo: rendere viva la storia, facendola diventare più concreta e vicina
A poco più di novant'anni dalla fine della Prima guerra mondiale il Carso monfalconese è un bosco. Le pietre ci sono ancora, ma spuntano solo lungo i sentieri ben tenuti dalla squadra locale della Protezione civile. Sono soprattutto gli alberi, il sommaco che sta già tirando fuori i suoi rossi e i suoi viola a rendere così distanti le colline di oggi da quella prima linea lungo la quale l’esercito italiano e quello austriaco si scontrarono su distese di pietre, allo scoperto, salvo le opere difensive realizzate con fatica e sudore tra il 1915 e il 1918.



Sul Carso monfalconese ieri ci si è però potuti rendere conto di ciò che dovette essere quella guerra, fatta di trincee, fango, freddo. Lo si deve alla rievocazione storica "Ritorno sul Carso" organizzata dal Comune di Monfalcone con il supporto della Protezione civile. Il progetto Sentieri di Pace ha appositamente studiato l’iniziativa per i ragazzi delle scuole locali. A Quota 121, raggiungibile con una camminata non troppo impegnativa da piazzale Tommaseo, in via Romana, c’erano i figuranti con le divise grigioverdi in panno e con quelle da crocerossina. Tutti erano impegnati a muoversi in uno spazio che è l’esatta riproduzione delle trincee coperte e delle baracche costruite dall’esercito italiano sul Carso all’inizio del primo conflitto mondiale. Quasi un set cinematografico, dove però ogni particolare è fedele all’originale e l’obiettivo è rendere viva la storia, facendola diventare più concreta e vicina.


«Questo ambito di Quota 121 ha uno scopo didattico e di fatto abbiamo ricostruito i progetti originali delle trincee del periodo tra il 1915 e il 1916 - ha spiegato ieri l’architetto Silvo Stok, che ha progetto questo intervento, come i precedenti, per conto del Comune -. Abbiamo riprodotto, usando i tracciati esistenti, tipologie diverse di manufatti. Tutto il materiale è stato reperito in loco ed è amovibile».


A rendere il clima dell’epoca ieri l’ascolto di canzoni di guerra, ma anche popolari, le marce suonate dall’esercito austro-ungarico, la lettura di brani dal diaro di Giani Stuparich, tra i primi a entrare a Monfalcone il 9 giugno del 1915 e le memorie degli ufficiali medici, il suono della battaglia. I ragazzi del settore Turistico dell’Istituto professionale, l’unica scuola che di fatto ha partecipato all’evento, si sono poi affollati nella trincea, avvicinando i figuranti, provando gli elmetti da soldato e guardando le armi. A Quota 121 si sono radunate in tutto oltre un centinaio di persone, abitanti in città, accompagnate dai figli, ma non solo. Il tam-tam su internet ha raggiunto anche cinque bergamaschi, che sono appositamente arrivati a Monfalcone, e quattro cittadini svizzeri. «È la conferma di come il Parco tematico sia sempre più conosciuto, susciti interesse e possa rappresentare motivo d’attrazione in città», afferma la vicesindaco Silvia Altran, che segue da sempre il "museo all’aperto" dedicato alla Grande guerra.


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