La storia della Dreher diventa museo
In esposizione anche la fattura da 43mila lire che la fabbrica inviò alla Wehrmacht nel 1945

Nel 1945 la fabbrica Dreher di Trieste inviò all’alto comando tedesco richiesta ufficiale di pagamento per il saldo di 43mila lire, allora un patrimonio, che la Wehrmacht aveva in sospeso con il birrificio: considerato lo stato degli eventi bellici nell’ultimo anno del conflitto, pare improbabile che il comando nazista abbia mai risposto alla richiesta. Oggi però quella lettera è uno dei piccoli gioielli del museo della Dreher allestito dall’Associazione birrofila triestina: un paradiso per appassionati e collezionisti ma anche una pagina della storia di Trieste.
«La fabbrica della Dreher aprì negli anni ’60 dell’800 e fu chiusa nel 1976 – racconta il presidente dell’associazione Paolo Le Rose – la birreria storica di via Giulia, invece, chiuse nell’81: il materiale che abbiamo raccolto in questo museo è parte di quanto rimane di quell’esperienza». Caratteristici bicchieri a forma di stivale, targhe pubblicitarie, cartoline, sottobicchieri sono alcuni dei pezzi della collezione, raccolti in decenni di attento collezionismo ma non solo: «Il passaparola è stato molto importante - dice Le Rose – tante persone a Trieste hanno lavorato nel birrificio e custodivano ancora, magari in soffitta, oggetti che per noi sono preziosi».
Tra le chicche del museo ci sono uno dei due esemplari superstiti di un vetusto boccale del 1910, un dosatore di luppolo di metà ‘800 e vari altri oggetti singolari: «Ma forse la parte più importante sono le foto di chi ha vissuto e lavorato nella Dreher, le feste aziendali, gli incontri e le gite – afferma il presidente -: all’interno del birrificio vigeva una politica aziendale di tipo familiare oggi inconcepibile». Però il lavoro da fare è ancora tanto: la stanza che costituisce attualmente il museo contiene infatti soltanto una piccola parte della collezione. Tra i pezzi in attesa d’essere esposti c’è anche un prezioso mosaico che un tempo, prima degli anni ’70, campeggiava sul pavimento di piazza Goldoni indicando al passante la direzione dei ristoranti in cui si serviva birra Dreher: «Stiamo cercando i fondi necessari a restaurarlo per poterlo collocare nel museo – dice Le Rose -, fino a qualche anno fa era nel giardino di un privato a far da tavolino, esposto a tutte le intemperie».
La Birrofila triestina esiste dal 2001 e da allora porta avanti attività di degustazione, organizzazione di mostre e gite: «Ma il fine originario era il collezionismo – afferma il presidente – ed è grazie all’impegno dei nostri quasi cento soci se oggi il sogno di trasformare la nostra passione in un museo è diventato realtà». È nel corso del 2009, infatti, che il presidente e i fondatori Bruno Giurco, Ezio Trani e Furio Gabadi hanno fisicamente realizzato l’allestimento con l’aiuto dei soci. Il museo, in via Torrebianca 41, sarà inaugurato il 19 dicembre e sarà visitabile il mercoledì dalle ore 17 alle 19.30 oppure su prenotazione.
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