La statua di Santin scende dal piedistallo di 7 metri

Ridotte le dimensioni del basamento previsto dal progetto iniziale dell’Icmp: adeguato all’altezza del Magazzino 1. In arrivo l’incarico allo scultore Lucchi
Di Fabio Dorigo
Silvano Trieste 20/08/2013 La punta del Molo IV
Silvano Trieste 20/08/2013 La punta del Molo IV

I tempi si allungano e la statua si accorcia. Sono passati quattro mesi dall’aggiudicazione della “gara d’appalto per la progettazione e realizzazione di una statua commemorativa di Mons. Antonio Santin”, ma il contratto non è stato ancora firmato. O meglio controfirmato. Bruno Lucchi, lo scultore trentino che si è aggiudicato l’opera per quasi 80mila euro, ha spedito il contratto all’Istituto di cultura marittimo portuale di Trieste (Icmp) ai primi di marzo, ma non ha ancora ricevuto risposta. Nel frattempo l’altezza del monumento si è abbassata. Non proprio a livello del mare, ma di almeno un paio (o forse più) di metri.

La notizia è trapelata nei giorni scorsi dagli ambienti dell’Icmp. L’abbassamento del piedistallo del vescovo Santin era nell’aria. L’altezza di 10 metri (3 per la statua e 7 per il basamento), prevista nel bando originario, rischiava di finire nella tagliola delle Belle Arti (così gli artisti chiamano ancora le sovrintendenze pur declassate come quella del Friuli Venezia Giulia). Il problema era legato alla sua collocazione dentro il Porto Vecchio (cosiddetto Punto Franco Nord) in testa al Molo IV in prossimità del Magazzino 1 che non supera i 9 metri di altezza (8,80 per la precisione, altezza di linda 7 metri). Il monumento dedicato al vescovo originario di Rovigno che si battè contro il fascismo e difese l’italianità di Trieste rischiava di stagliarsi sul molo IV come una specie di statua della libertà. Un pasticcio altimetrico che era stato evidenziato persino nelle faq (le domande più frequenti) collegate al bando di gara. La risposta alla numero 7 (“L’altezza del basamento è obbligatoria di 7 metri?”) era alquanto ambigua: «La previsione progettuale secondo cui “il complesso costituito da basamento più statura non dovrà superare, in altezza, la linea di gronda del finitimo magazzino” è da ritenersi puramente indicativa».

E quindi? Il monumento di Santin, nonostante le indicazioni progettuali, avrebbe potuto in teoria svettare sopra il magazzino 1. Una megalomania statuaria un po’ stonata ora che al seggio vaticano è salito Papa Francesco. Un monumento che, al di là della Curia di Trieste e del centrodestra, non apprezzano neppure i parenti del vescovo Santin. Difficilmente, del resto, la Soprintendenza avrebbe dato il via libera a un momumento (statua più basamento) che sovrastava di oltre un metro il vincolatissimo magazzino portuale. E così, a gara di appalto avvenuta, si è corsi ai ripari. Il ripensamento riporta il monumento sulla skyline dei magazzini del Porto Vecchio. E così si è deciso un taglio netto al basamento. Un dimezzamento alquanto probabile dei 7 metri previsti. La statua in bronzo, invece, dovrebbe conservare i 3 metri del progetto iniziale.

Per l’abbassamento del monumento si è adoperata l’architetto Antonella Caroli, direttore dei beni culturali della Fondazione Icmp. Questione di buon gusto. Ma anche l’artista vincitore faceva il tifo per il taglio del basamento: «Mi hanno detto che ci sono dei problemi con le Belle Arti. Probabilmente sarà più bassa. Almeno io lo spero, anche per una questione di visibilità», ci raccontava ai primi di gennaio. Il “taglio” del piedistallo alla fine è arrivato. «Una scultura a quell’altezza non si vede. In teoria potrei fare meno fatica a fare il ritratto - spiegava lo scultore -. A 10 metri un viso di bronzo è irriconoscibile». Forse per vedere in faccia il vescovo Santin non servirà un binocolo.

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