La stagione d’oro degli anagrammi E c’è lo zampino del triestino Dendi

Il matematico e campione di quiz in tv è tra gli enigmisti che gestiscono il più seguito gruppo Fb dedicato ai giochi



In origine è stato il libro, ma poi ne sono nate ben tre pagine sul social network per eccellenza, quello creato da Mark Zuckerberg. Stiamo parlando di “101 Anagrammi Zen”, il saggio dello psicologo clinico Marco Minelli, fondatore di quel gruppo di persone che riempie ogni giorno il web di anagrammi, calembour e trovate divertenti sulla base di spunti d'attualità e non. «Ho scritto il mio libro nel 2014 – spiega Minelli – e, per promuoverlo, ho aperto una pagina dedicata su Facebook. È accaduto che il mondo degli enigmisti italiani si è subito accodato: la pagina è diventato un piccolo giornale attraverso cui commentiamo i fatti». Un successo che parla anche triestino. Tra i autori anagrammisti che gestiscono tutto c’è infatti anche Giorgio Dendi, matematico di Trieste, noto per aver partecipato a diversi quiz televisivi in passato.

«Lavoro in banca ma ho fatto tante cose nella vita – dice Dendi – tra le quali ci sono l'enigmistica e la matematica. Nel 2000 sono diventato Campione mondiale in quest'ultima specialità: da 50mila in Italia accedono alle finali in 25. Purtroppo quest'anno non ci sarà per ciò che viviamo». Cruciverba a parte, il mondo dell'enigmistica racchiude un sacco di giochi, inclusa l'onomanzia, ossia l'anagramma puro di nome e cognome di una persona. Pratica a cui Dendi si dedica parecchio. «In passato sono stato autore dei testi per il programma “Il Pinguino” su Tele4 – aggiunge il matematico di Trieste -: lo presentava Marco Lucchetta. Ho pubblicato centinaia di giochi per la Settimana Enigmistica».

Nella squadra degli enigmisti di “101 Anagrammi Zen” ci sono anche altre due persone che abitano in provincia di Udine: in totale sono un'ottantina i membri in Italia (qualcuno c'è anche dall'estero). Alla pagina principale si affiancano anche “101 Anagrammi Zen Reloaded” e “101 Anagrammi Zen Buzzurri”. La prima è però quella con maggiore seguito e prevede una rubrica per chi si cimenta da poco in palindromi ed anagrammi vari. È infatti possibile proporne di nuovi e gli autori, attraverso una selezione interna, si curano di pubblicare quelli in grado di raggiungere il “quorum” di gradimento. «La pagina che gestiamo – racconta una delle nuove reclute, la friulana Lucia Antoniacomi – ha anche lo scopo d'avvicinare le persone alla riflessione ed al ragionamento. I concetti non devono essere per forza banali».

Naturalmente il livello di difficoltà del gioco si alza tanto quanto si allunga il testo da cui si decide di partire. «C'è stato un vero exploit – aggiunge lo psicologo clinico Minelli – durante gli Europei di calcio del 2016: quando il calciatore italiano Pellè ha sbagliato un rigore decisivo è partito immediatamente l'anagramma GrazianoPellè=Zeroinpagella. In pochi secondi è diventato virale in rete, ma non è l'unico caso». «L'anagramma come altri giochi di parole è qualcosa sempre soggetto a miglioramento: tutti possiamo inventarne uno che nessuno al mondo è riuscito a fare prima».

Certamente è necessaria una certa dose di creatività e una buona idea da coltivare. A questo proposito c'è anche da dire che tra gli autori anagrammisti ce ne sono alcuni in grado di lanciare vere e proprie sfide sulle parole e sul loro significato. Tra i più esperti c'è chi è riuscito nell'impresa di anagrammare le poesie di un certo Giacomo Leopardi, il tutto condito dal rispetto per le rime del Poeta. Se l'anagramma, tra quelli linguistici, è un gioco anche semplice, bisogna riconoscere che è necessario essere davvero abili e capaci per tenere in equilibrio contenuto e metriche di uno dei più grandi poeti italiani. —



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