La stagione del Verdi costata 771 mila euro. Abbonati e biglietti coprono solo il 31%

Gli incassi del 2017 hanno garantito il 74% del cachet degli artisti che vale 320 mila euro. Pesa la gestione
Bumbaca Gorizia 15.11.2018 Teatro Verdi Penso che un sogno così © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 15.11.2018 Teatro Verdi Penso che un sogno così © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Non sono solo stagioni da record in quanto a spettatori, quelle del Verdi di Gorizia. Sono anche stagioni costose. Ma non c’è nulla di strano: ogni teatro ha i suoi prezzi, e spesso sono alti. Gli appassionati lo sanno bene. Si vuole in cartellone Brachetti e Raoul Bova, Ambra Angiolini e Massimo Ranieri? Occorre allora aprire il portafogli e pagarli. Senza però trascurare che gli incassi (per quanto possano essere elevati) non bastano mai a fronteggiare i cachet. Inoltre, i costi di una stagione teatrale non sono soltanto quelli legati agli artisti. Vediamone i dettagli più da vicino.

Nel 2017 (dal primo gennaio al 31 dicembre) il teatro è costato 771.175, 87 euro. Circa 320.773,20 euro sono stati destinati ai cachet (quasi il 42% del totale). L’altra spesa più rilevante del Verdi è quella della gestione (servizi tecnici, assistenza di sala, servizio cassa, pulizie) che si attesta sui 234.914, 29 euro (quasi il 31% del totale). Le altre voci, invece, sono decisamente meno rilevanti: spese economali (99.532 euro), direzione artistica e spese del personale dipendente (54.658,32 euro), spese di pubblicità e promozione (27.465,85 euro), spese di manutenzione (22.478,67 euro).

Ancor meno significative sono le spese per acquisto beni (7.501,80 euro), per il noleggio attrezzature tecniche (3.759,43 euro) e per l’ospitalità (92,31 euro). Ciò per quanto riguarda i costi. Le entrate, ovvio, devono pareggiarli. E, come detto, non basta di certo la vendita di biglietti e abbonamenti a mantenere un teatro. Gli incassi, più nel dettaglio, nel 2017 sono stati 238.240,29 euro: rappresentano quasi il 31% delle entrate, pari appunto a 771.175,87.

Gli incassi 2017 coprono in particolare il 74% dei cachet dell’anno scorso, che però, come abbiamo visto, non sono naturalmente l’unica spesa del teatro. Così, sempre nel 2017, la Regione ha stanziato per il Verdi 304.139, 59 euro. Di 40 mila euro è stato invece il contributo della Fondazione Carigo. Ancora, 1.576,72 euro sono giunti da sponsor minori e 2.525,38 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Non è tutto, perché il bilancio dev’essere appunto in pareggio.

Per le locazioni degli spazi del Verdi sono entrati euro 62.651,84, ma, per far quadrare i conti, è intervenuto il Comune con euro 122.042,05. Per quanto riguarda il 2018, buone notizie provengono dalla Regione che supporta il Verdi con 320.406,62 (il suo contributo è quindi di 20 mila euro in più rispetto lo scorso anno, con un incremento in percentuale del 5,35%). È stabile, invece, il sostegno della Fondazione al più importante teatro goriziano: la cassaforte ha confermato i 40 mila euro del 2017 mentre ad oggi non si può ancora conoscere lo sforzo economico dell’amministrazione comunale: lo sapremo presto, a consuntivo.

Possiamo poi anticipare che, per la nuova stagione del Verdi, più di qualche spettacolo è già tutto esaurito: per esempio, Lopez e Solenghi, Pintus, il musical “We will rock you”, “Nel tempo degli dei” (con Marco Paolini) e i Legnanesi. Come hanno già ottenuto il pienone l’apertura con “Basabanchi rèpete” e lo splendido omaggio a Mimmo Modugno da parte di Giuseppe Fiorello, “Penso che un sogno così…” (la prolusione era a cura dell’Ute e di Gino Pipia in particolare). A quanti sono interessati agli eventi già sold out non rimane altro, quindi, che attendere eventuali defezioni dell’ultimo minuto. Per gli appuntamenti della sezione Musica e Balletto, oltre che per la sezione Verdi Off, di posti liberi, invece, ce ne sono ancora.



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