La spesa in Friuli Venezia Giulia, a Trieste i supermercati più cari
Lo rivela l’indagine nazionale di Altroconsumo. Sul podio della convenienza Rovigo, Mantova e Verona
Un carrello della spesa
TRIESTE I supermercati di Trieste? Più cari rispetto a quelli di Udine e Pordenone, ma molto più convenienti rispetto ad esempio ai punti vendita di altre città del Nord e del Sud Italia. Lo rivela l’ultima indagine nazionale di Altroconsumo sul prezzo medio della spesa delle famiglie. Il monitoraggio assegna il titolo di regione più economica al Veneto mentre, a sorpresa, le realtà meno convenienti risultano essere Sicilia e Calabria. Al secondo posto nella classifica dei territori dove fare la spesa costa meno si piazza proprio il Friuli Venezia Giulia, territorio che però presenta situazioni ben diverse vello di territori.
L’indagine, va detto, non analizza tutti i supermercati presenti in una certa città, ma solo alcuni punti vendita di un certo numero di marchi, più o meno noti. La classifica così ottenuta vede sul gradino più alto del podio a livello nazionale gli store Conad Spesa Facile di Rovigo a pari merito con Supermercati Martinelli di Mantova e l’ipermercato Galassia di San Giovanni Lupatoto di Verona: qui una famiglia spende circa 5.500 euro l’anno, ovvero 1.000 euro in meno rispetto alla media del costo annuale secondi i dati Istat (6.504 euro nel 2018). E a Trieste? Secondo Altroconsumo, nella nostra città si spenderebbe dall’11 al 21% in più rispetto ai tre supermercati citati. Un dato che colloca la nostra città dopo Udine e Pordenone, province nelle quali la differenza rispetto ai tre territori più “virtuosi” è meno marcata: in Friuli e nella Destra Tagliamento infatti si spende rispettivamente dal 6 al 21% e dal 3 al 20% in più rispetto a Rovigo, Mantova e Verona. In questa particolare classifica non compare invece Gorizia, esclusa dal campione delle 69 province prese in esame.
Nove, in totale, i punti vendita della grande distribuzione presi in esame a Trieste: l’Ipercoop del Centro Commerciale Montedoro (che assieme alla Pam del “Giulia” risulta essere il meno caro), le Coop delle Torri d’Europa e di via del Rivo, i due EuroSpar di via dei Leo e di Largo Barriera, il Famila di Via Valmaura, il Conad di Via Morpurgo e l’altra Pam di via Stock.
Da questa particolare classifica balza subito all’occhio l’assenza degli hard discount che, invece, sono prediletti da una larga fetta dei consumatori. Altra particolarità, l’indagine riguarda soprattutto la cosiddetta “spesa tipo”, ossia quella costituita da un mix composto per la maggior parte dai più noti prodotti di marca, non sempre presenti nei discount più economici. Assieme ai brand più utilizzati sono stati presi in considerazione anche quelli a marchio commerciale, quelli cioè marchiati con il logo della catena dove vengono acquistati.
Altroconsumo mette in guardia, infine, dall’impulso a comprare più di quello che serve. Stimolo divenuto sempre più irrefrenabile perché tutto l’ambiente del supermercato è studiato per farci allungare la mano verso lo scaffale. Una volta a casa, però, parte di quello che abbiamo acquistato potrebbe finire nella spazzatura perché non abbiamo fatto una spesa che tenesse conto delle scadenze di alcuni alimenti.
Da qui il richiamo all’attenzione per ridurre gli sprechi offrendo una serie di semplici consigli da seguire per una spesa intelligente. Innanzitutto prima di andare al supermercato è utile fare una lista della spesa per comprare solo ciò che effettivamente serve. Porre attenzione alla data di scadenza, posizionando i cibi più deperibili nelle zone più visibili del frigorifero in modo da non sprecarli, oppure congelare il cibo fresco in piccole porzioni se ci si rende conto di non riuscire a consumarlo. Piccoli accorgimenti che possono aiutare il consumatore, al di là del supermercato prescelto per fare la spesa, a contenere le uscite dal proprio portafoglio. —
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