La sostenibilità in tavola con il mangiare sano che aiuta ad alleggerire i danni fatti alla Terra

La “rivoluzione delle forchette” proposta da Eliana Liotta: «Di ecologia non devono occuparsi solo gli Stati o le aziende»

Daniele Lettig / Trieste

TRIESTE Cambiare il modo di mangiare per contribuire ad aiutare il pianeta. È la “rivoluzione delle forchette” proposta nel suo ultimo libro, “Il cibo che ci salverà”, dalla giornalista e saggista Eliana Liotta, che domenica alle 11 dialogherà a Link con il collega Edoardo Vigna, responsabile della sezione Pianeta 2021 del Corriere della Sera, sui temi della sostenibilità e di come comunicarli al grande pubblico.

Pur essendo una parola che sentiamo ogni giorno e nei contesti più disparati, a volte si fa fatica a capire quali siano i risvolti della sostenibilità e dell’ecologia sulla nostra vita quotidiana. «Spesso - dice Liotta - si crede che dipenda sempre da qualcun altro, che debbano occuparsene gli stati, le aziende, gli organismi sovranazionali e che noi dobbiamo stare attenti solo a non buttare le cartacce e spegnere la luce». Ragionando così, però, «si dimentica che il modo più rapido per alleggerire la nostra impronta sulla Terra è mangiare in modo più sano: la dieta più rispettosa del nostro corpo è esattamente la stessa che non danneggia troppo il pianeta». Per questo «partire dal nostro modo di mangiare consente di tirare in ballo la responsabilità di ciascuno nei confronti dell’ambiente».

La sostenibilità infatti spiega la giornalista, ha un rapporto stretto col cambiamento della nostra dieta. «Lo ha detto di recente anche Mario Draghi, ma è cosa ormai accertata dagli studi scientifici: dal sistema alimentare dipende circa un terzo delle emissioni di gas serra. Il problema principale sono gli allevamenti intensivi perché i ruminanti emettono metano, gas che riscalda il pianeta ancor più dell’anidride carbonica. Occuparsi solo dei combustibili fossili non basta, occorre mettere mano anche a questo». Ad esempio eliminando o riducendo il consumo di carne, soprattutto rossa. «I nutrizionisti e gli esperti di clima» - dice Liotta - «non dicono che bisogna smettere di mangiarla: quella resta una scelta personale. Il punto è che noi ne consumiamo una quantità che né il nostro corpo né il pianeta si può permettere. Il nostro corpo perché le linee guida per una corretta alimentazione dicono di mangiare carne rossa non più di una volta a settimana. Il pianeta perché, con la popolazione globale in crescita, se tutti iniziano a consumare carne secondo il modello americano, dobbiamo prepararci ad andare su Marte: gli allevamenti intensivi infatti oltre a scaldare la Terra hanno bisogno di sempre più spazio, e sono uno dei principali responsabili della deforestazione».

Al di là della carne, c’è anche un altro principio importante per una dieta ecologica e sana: «Usare alimenti che subiscano il minor numero di trattamenti possibili: prodotti ultra-processati, zuccheri, farine super-raffinate fanno schizzare i livelli infiammatori dell’organismo, sono correlati a diverse patologie e provocano anch’essi danni ambientali». Su queste basi, i consigli per un carrello – e una dieta – più sostenibili sono due: «Primo, scegliere una dieta con forte base vegetale». Quando si va a fare la spesa «bisogna pensare prima alle verdure, alla frutta, ai cereali e ai legumi da portare in tavola – che di solito molti italiani mettono in secondo piano – e poi anche all’eventuale carne o formaggio. Lasciarsi sedurre dai colori e dai profumi delle verdure, e da quanto può essere intrigante prepararle in vari modi». Secondo, così Liotta, scegliere ingredienti il più naturali possibili: «Un succo al concentrato di mela non sostituirà mai una mela vera, anche se brutta».

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