La Soprintendenza vincola i magazzini. Stop alla nuova piscina in Porto vecchio a Trieste
TRIESTE L’operazione piscina terapeutica in Porto vecchio riparte da zero. Il motivo l’ha spiegato il Comune ai nove soggetti in corsa per la costruzione del nuovo impianto: la zona inizialmente individuata per realizzare l’opera - che comprende i magazzini 32 e 33 e l’edificio 133, inseriti in quella che viene indicata come area ex Ford -, non è più disponibile dal momento che la Soprintendenza ai Beni culturali ha scelto di sottoporla a vincolo diretto. Una forma di tutela quindi ben più rigida rispetto a quella inizialmente prevista.
La notizia ha avuto l’effetto di un’autentica doccia fredda, anche se il sindaco Roberto Dipiazza, peraltro non nuovo a scontri con i vertici delle Belle Arti come testimonia il caso sala Tripcovich, sfodera questa volta un invidiabile aplomb, evitando polemiche con la numero uno di Palazzo Economo, Simonetta Bonomi. «Mettono il vincolo? E noi andiamo 50 metri più avanti. Poi ci diranno loro cosa fare in quei magazzini».
Il vincolo diretto, infatti, cambia e non poco le carte in tavola. Imponendo questo tipo di tutela, la Soprintendenza fornisce indicazioni rigorose su quali sono gli elementi caratteristici di un edificio da preservare e, quindi, da non modificare in fase di ristrutturazione: solitamente le facciate, i pavimenti e i solai. Per intendersi è quello che è accaduto al Magazzino vini sulle Rive: anche in quel caso la riqualificazione ha dovuto mantenere il “contenitore” esterno. Il vincolo indiretto, più soft, prevede invece limitazioni per non danneggiare gli edifici tutelati, come ad esempio obblighi sulle nuove costruzioni nelle altezze o nei colori.
La nuova procedura rallenta dunque ulteriormente la soluzione di un problema in piedi dall’agosto del 2019, data del crollo della piscina Acquamarina. Per superare l’impasse, da tempo era emersa l’ipotesi di un nuovo impianto in Porto vecchio. Il primo a farsi avanti era stato il costruttore Monticolo, il quale aveva anche avviato delle interlocuzioni proprio con la Soprintendenza. La scelta dell’area dei Magazzini 32, 33 e dell’edificio 133, appunto l’ex quartiere Ford, era stata fatta in base a un’analisi degli spazi in ordine alla variante del piano regolatore del Comune che indicava la zona che va dal nuovo centro congressi alle società veliche di Barcola come deputata alle attività sportive. L’opzione Monticolo, però, era stata ritenuta non convincente dal punto di vista finanziario tanto da spingere poi il Comune ad avviare una procedura di manifestazione di interesse per individuare altre possibili soluzioni. Alle nove realtà che avevano aderito era stato chiesto di consegnare progetti preliminari e documentazione sulla sostenibilità finanziaria entro il 25 settembre nella consultazione preliminare di mercato. Ieri però, come detto, è arrivata la doccia fredda sotto forma di mail invitata dagli uffici ai candidati per comunicare «la sospensione dei termini della procedura in essere a seguito di individuazione di un nuovo sito».
Nella mail viene messe anche nero su bianco il motivo dello stop. «In data 7/9 è prevenuta da parte della Soprintendenza la notizia dell’imminente apposizione del vincolo diretto sugli edifici già individuati».
Il sindaco però, come detto, si smarca da ogni polemica: «Andremo 50 metri più in là. Del resto andando verso il bagno Ferroviario abbiamo magazzini all’infinito. La Soprintendenza deve rispettare le leggi e l’Italia è fata così» spiega con tono quasi rassegnato.
Quanto all’ente di piazza Libertà trapela solo un certo fastidio per la quella che viene considerata una “fuga di notizie” anche perché, viene fatto capire, che l’apposizione del vincolo diretto sull’ex quartiere Ford è ancora solo una ipotesi, seppur più volte annunciata.
In ogni caso, assicurano da Palazzo Economo, non c’è nessuna volontà di limitare possibili insediamenti anche se appare abbastanza inconciliabile la creazione di una piscina terapeutica negli edifici sottoposti a tutela. —
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