«La società si è rialzata ma ha un estremo bisogno dell’aiuto delle istituzioni»
«Ho lasciato un quadro economico in equilibrio, affiancato ad una situazione finanziaria critica, legata a un pregresso debitorio importante». Così Alessandro Mitri, ex amministratore della Ginnastica Triestina fino a novembre 2018, fotografa i conti della storia società sportiva.
Lei è entrato nel 2012 chiamato dall’allora presidente Federico Pastor. Che situazione c’era?
Con grande fatica, soprattutto all'inizio, anche grazie alla fiducia del presidente Pastor, è stato possibile modificare la struttura amministrativa riducendo il personale dipendente da tre unità ad una soltanto, ricorrendo a collaborazioni saltuarie nei periodi più impegnativi. Parallelamente, già a partire dal 2013, gli istruttori della Sgt hanno iniziato a legare i loro compensi ai risultati e nel 2017 tutti hanno aderito a tale impostazione consentendo di introdurre il concetto di variabilità dei costi in funzione dei ricavi.
E a livello di soci?
Sul fronte delle iscrizioni, in un continuo crescendo, si è passati dalle 750 unità del 2012 ad un picco di quasi 1.200 unità alla chiusura del bilancio al 31 agosto 2017. Di conseguenza le quote annuali sono passate da 290 mila a 440 mila.
Questo però non è bastato a risolvere i problemi finanziari, giusto?
È vero, la Sgt avrebbe bisogno, da parte delle istituzioni, di un contributo sostanzioso ancorché frazionato con cadenza annuale, da vincolare a servizio dei debiti contratti, ancor prima dell’arrivo di Pastor, con il Mediocredito Fvg. Alcuni anni or sono, la Sgt riceveva ex lege un contributo annuale dalla Regione che copriva di fatto le rate da pagare all’istituto di credito. Ora però non è più così e il sodalizio altro non può fare che resistere con grande tenacia un debito che si aggira intorno ai 500 mila euro.
Quindi la Sgt senza l’aiuto delle istituzioni non può farcela?
Sì, anche perché dal punto di vista economico, essere passati da un bilancio 2012 chiuso con un negativo di 216 mila euro, a meno 40 mila in quattro anni - senza penalizzare i risultati sportivi che erano sempre ad altissimo livello - è certamente un ottimo risultato, ma non può bastare per sanare il debito storico.
Dopo 6 anni in Sgt, lei però se n’è andato. Perchè quest’addio?
Per due motivi. Il primo è che era venuto il momento di dedicare più tempo alla mia professione di commercialista. Il secondo è legato al fatto che le istituzioni non hanno considerato adeguatamente questa grande realtà storica che rappresenta un punto di riferimento sportivo e sociale per il territorio.
Fonti interne parlano di un 2019 in salita per la società. Lei come la vede?
Io non faccio più parte del consiglio direttivo, certamente come ho già detto la situazione del punto di vista finanziario è abbastanza penalizzante. Mi sento però di lanciare un appello alle istituzioni affinchè affianchino maggiormente la società, come avveniva in passato e non come è avvenuto negli ultimi anni. —
A.P.
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