La Slovenia smantella il confine di Sant’Andrea
I Comuni di San Pietro, Nova Gorica e Brda hanno già definito il riutilizzo delle strutture fisse di polizia
Scatta domani, partendo dal valico internazionale di Sant’Andrea, l’opera di smantellamento, sul versante sloveno, delle strutture confinarie non in muratura, a iniziare dalle cabine dove stazionavano i poliziotti addetti al controllo documenti. Successivamente saranno eliminate anche le tettoie. I lavori, ha specificato il Ministero degli Interni di Lubiana (che ha destinato complessivamente ai lavori su tutto il confine con l’Italia la somma di due milioni di euro), sono stati affidati in questo caso alla Dars, la società che gestisce la rete autostradale slovena. Successivamente, saranno smantellate anche le cabine e le tettoie degli altri valichi italo-sloveni della fascia confinaria goriziana: tutti i lavori saranno completati entro il mese di marzo. Nessuna notizia invece per quel che riguarda le cabine e le altre strutture non in muratura in territorio italiano: i responsabili della Prefettura stanno ancora aspettando notizie dal Ministero, da Roma. Non appena arriverà l’okay, comunque, le autorità italiane sono pronte a rimuovere immediatamente anche le cabine italiane.
Il futuro delle strutture confinarie
. Aspettando il 20 dicembre, aspettando cioè il giorno in cui cabine e sbarre confinarie andranno in pensione, la Slovenia dunque sta già adeguando le proprie strutture al dopo-Schengen, dopo che le amministrazioni comunali hanno anche provveduto a ridipingere le segnaletica orizzontale nei pressi dei valichi. Non solo: a differenza di quanto sta avvendo dalla nostra parte del confine, a Nova Gorica, San Pietro-Vertojba e sul Collio sloveno hanno già le idee abbastanza chiare anche per quel che riguarda il futuro delle srutture confinarie fisse, ovvero degli stabili che ospitavano uffici di Polizia e Dogana.
Sant’Andrea.
Sul lato sloveno del valico internazionale di Sant’Andrea le palazzine ospiteranno gli uffici della Dogana: la decisione è già stata presa e risponde alla vocazione di transito merci di quel valico.
San Pietro.
Il Comune di San Pietro-Vertojba ha tre opzioni per le strutture del valico di via Vittorio Veneto: centro informativo per turisti, sede degli uffici transfrontalieri della commissione dei Tre Comuni, casa delle associazioni transfrontaliere. Ma... c’è un ma: il Comune retto dal sindaco Dragan Valencic non è infatti intenzionato ad acquistare la struttura dallo Stato, per mancanza di fondi. Prenderà in carico la palazzina, quindi, solo se Lubiana la concederà gratuitamente.
Casa Rossa.
Sul versante sloveno della Casa Rossa, parte degli stabili sono destinati a ospitare gli uffici della Polizia di frontiera, che comunque - ovviamente - mantiene un presidio anche in questa area. Anche l’Università degli Studi di Nova Gorica ha però chiesto di avere nuovi spazi a disposizione e potrebbe ottenerli nella palazzina a sinistra entrando in Slovenia.
Rafut.
Al Rafut (Pristava per gli sloveni) si annuncia una delle novità più interessanti del dopo Schengen: i Goriski Muzej già da mesi stanno cullando l’idea di realizzare un museo dedicato al fenomeno del contrabbando nell’area goriziana e la palazzina di confine del Rafut potrebbe esserne la sede. L’ipotesi è molto concreta, oltre che molto suggestiva. I Goriski muzej si stanno quindi confermando molto attivi su questo fronte: un anno fa era stata inaugurata la restaurata torre confinaria nella zona di Vertojba, proprio alle spalle della Caserma della Guardia di Finanza, trasformata a sua volta, nonostante le sue ridotte dimensioni, in una sorta di museo.
San Gabriele.
Sul lato di via Erjavceva verrà realizzato un punto informativo per turisti lì dove si uniscono direttamente le due città verso il centro di Nova Gorica.
Salcano.
Il Comune di Nova Gorica è intenzionato a destinare lo stabile ad associazioni giovanili del territorio.
Collio.
Nel Comune di Brda si trovano tutti i valichi dell’area del Collio, da Vencò a San Floriano. Numerose le opzioni avanzate dall’Amministrazione municipale che in uno di essi (probabilmente Plessiva) vuole insediare un info-point per turisti. Per gli altri stabili destinazioni diverse, non esclusa (e potrebbe essere il caso di San Floriano) l’acquisizione per ricavarne appartamenti per i propri cittadini.
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