La Slovenia rielegge Pahor presidente

Ma il ballottaggio non è il trionfo sperato alla vigilia: lo sfidante Šarec raccoglie il 47% e pensa di fondare un partito
epa06281805 Borut Pahor, the incumbent Slovenian President, speaks to the media after casting his vote during the Slovenian Presidential Elections, at polling station in Nova Gorica, Slovenia, 22 October 2017. If no candidate receives a majority of the vote, a run-off will be held within the next three weeks. EPA/IGOR KUPLJENIK
epa06281805 Borut Pahor, the incumbent Slovenian President, speaks to the media after casting his vote during the Slovenian Presidential Elections, at polling station in Nova Gorica, Slovenia, 22 October 2017. If no candidate receives a majority of the vote, a run-off will be held within the next three weeks. EPA/IGOR KUPLJENIK

LUBIANA Nessun capitombolo a Lubiana, pronostico rispettato e Borut Pahor si riconferma presidente della Repubblica con il 52,9% dei voti, sconfiggendo così al ballottaggio il suo avversario, il giornalista e comico Marjan Šarec che ha ottenuto il 47,1% dei suffragi. L’affluenza è stata del 42% rispetto al 47% del primo turno. Lo sconfitto non ha dubbi: «Il risultato di questo ballottaggio è l’ottima riprova che si può raggiungere molto e che è giunto oramai il tempo delle nuove generazioni».

Ma alle 20 di domenica sera il verdetto era già chiaro così Šarec si complimenta ufficialmente con Pahor per la sua vittoria. La suspance elettorale dunque nella capitale slovena è durata solamente un’ora. Ed è già una notizia che si sia trattato di una suspance, perché prima del ballottaggio l’uscente Pahor avrebbe dovuto vincere a man bassa. Invece il giornalista, comico e imitatore Šarec (nulla a che vedere con il fenomeno Grillo e dei 5stelle, almeno per ora) si è permesso il lusso di far stare sulle spine sua maestà Pahor per un’ora. Certo il risultato di Šarec fa meditare e in sala stampa al suo arrivo tutti a chiedergli se ha intenzione di fondare un partito, pratica questa molto diffusa in Slovenia dove una formazione politica neonata può vincere le elezioni e sparire completamente dallo scenario politico dopo una sola legislatura, basta vedere le “avventure” del sindaco di Lubiana, Zoran Janković o della ex premier Alenka Bratušek.

Alla domanda Šarec resta molto pragmatico: «Ci penseremo più tardi anche se con questo risultato abbiamo raggranellato un importante capitale politico». E dunque, lo sconfitto del 2017 guarda già alle elezioni politiche del prossimo anno. Deve comunque stare attento e non lasciarsi prendere dai fumi del risultato perché con grande probabilità molti voti del centrodestra (leggi Sds di Janez Janša, ma anche di Nuova Slovenia) possono essere stati concentrati proprio su Šarec in funzione di opposizione a colui che da Janša e compagni viene visto come l’ex comunista Borut Pahor.

Pahor, il quale ha portato a termine la sua “missione possibile” diventando una star dei socialmedia con una campagna elettorale tutta concentrata ai rapporti con la società slovena, dagli operai alle parrucchiere passando per i contadini. Per lui tante vignette satiriche sui giornali, ma alla fine ha vinto il suo “stile”. «Mi adopererò affinché la mia voce sia più sentita», ha commentato a caldo il riconfermato presidente della Repubblica. Pahor ha rilevato come cinque anni fa la sua vittoria era da ascrivere soprattutto al fatto che gli elettori erano contrari al presidente uscente, mentre oggi hanno votato per lui perché soddisfatti della sua azione politica e istituzionale. La gente, ha proseguito il confermato Pahor, vede nel capo dello Stato una figura eletta direttamente per cui aspettano una sua maggiore presenza nei fatti che contraddistinguono la vita del Paese. «Cercherò di farmi sentire di più», ha ribadito Pahor senza però per questo creare ingerenze nella situazione politica della Slovenia. 

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