La Slovenia: «Gli arrivi non cessano, il filo spinato resta»

Cerar: reticolato in Istria fino a quando l’Ue risolverà la crisi, temiamo flussi. incontrollati dalla Croazia. Condizioni di sicurezza mutate, Bruxelles ci sostiene
Il filo spinato al confine tra Slovenia e Croazia
Il filo spinato al confine tra Slovenia e Croazia

LUBIANA. «Il reticolato è un modo per prepararsi alla possibilità che il governo croato inizi di nuovo a indirizzare i migranti verso la Slovenia in modo disorganizzato e senza avvertimento». «La collaborazione con la Croazia è fin qui ottimale, ma non ideale». È questa la tesi ufficiale del premier sloveno, Miro Cerar, a proposito della recinzione fatta installare dal governo di Lubiana alcuni giorni fa ed estesa fino all’Istria. «Il filo spinato - ha proseguito Cerar - sarà rimosso quando il flusso migratorio si sarà fermato e quando la rotta balcanica non sarà più un tema attuale», ha aggiunto, precisando di desiderare «che le persone a ridosso del confine tornino a respirare un'aria più distesa». «Dall'Europa - ha infine chiarito Cerar - non sono arrivate critiche, ma al contrario un aiuto in termini di personale di polizia e ingegneri, che sono di sostegno nel posizionamento dei reticolati».

«Lubiana rimuova subito quel filo spinato»
Due soldati sloveni passeggiano vicino al filo spinato

«Non ci critica nessuno - ha poi precisato riferendosi agli altri Paesi europei - per il posizionamento del filo spinato, perché comprendono che un così lungo confine sul territorio può essere attraversato in molti punti per cui non abbiamo altro modo per controllare con efficacia i flussi di migranti e fare così in modo che questi vengano concentrati in precisi punti di accesso e di controllo». «Almeno dieci Paesi europei ha i suoi agenti di polizia che operano in Slovenia - ha concluso il premier - ci sono anche ingegneri che sovrintendono al posizionamento del filo spinato».

A dar man forte al premier ci pensa anche il ministro degli Esteri della Slovenia, Karl Erjavec. «Capisco che la popolazione non sia soddisfatta per i reticolati, ma dobbiamo constatare che le condizioni di sicurezza negli ultimi mesi sono cambiate radicalmente - ha affermato il capo della diplomazia slovena - non appena gli ostacoli tecnici non saranno più necessari, il governo li rimuoverà». Erjavec ha altresì sottolineato il fatto che anche l'Italia abbia rinforzato l'impiego di soldati ai confini con la Slovenia. «Nonostante il brutto tempo nel mare Egeo e i controlli serrati della Macedonia - ha proseguito - ci sono ancora 5.000 profughi che quotidianamente vengono da noi».

«Se la Slovenia non eserciterà il pieno controllo sui suoi confini - ha sostenuto il presidente della Repubblica, Borut Pahor - come da essa si aspettano tutti i Paesi che fanno parte dell’area Schengen, allora il confine esterno di Schengen dal nostro confine meridionale si sposterà a Nord al confine con l’Austria». «Noi abbiamo il diritto e il dovere - ha ancora spiegato - di sapere chi attraversa il nostro confine», aggiungendo che è per questo motivo che il governo ha deciso il posizionamento del filo spinato lungo il confine con la Croazia. «Una soluzione temporanea che durerà fino a quando l’Ue non riuscirà a risolvere la crisi dei migranti». Pahor, infine, dice di comprendere le proteste della gente che vive sul confine. «Anch’io provengo da una terra di confine - ha detto - ma è un provvedimento temporaneo».

(m. man.)

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