La Slovenia abbassa i tempi di quarantena. Sotto sorveglianza asili e case di riposo
LUBIANA Il premier sloveno Janez Janša non vuole assolutamente sottovalutare questa fase di contagi in aumento da Covid 19 e convoca l’unità di crisi per fare il punto sulla normativa si qui varata per cercare di combattere la pandemia. In Slovenia nelle ultime 24 ore i nuovi contagi sono stati 71 a fronte dei 79 registrati mercoledì scorso. Al termine il governo ha confermato la riduzione da 14 a 10 giorni del periodo di quarantena se si proviene da Paesi epidemiologicamente pericolosi (zone rosse) e ha esteso le attuali restrizioni relative agli assembramenti nei luoghi pubblici.
Il portavoce dell’esecutivo Jelko Kacin ha detto che questa modifica entrerà in vigore dalla mezzanotte di domenica 13 settembre. Kacin ha spiegato che il gruppo di esperti del ministero della Salute ha partecipato agli accordi per determinare norme uniformi nello spazio Schengen e ha deciso di ridurre il periodo di quarantena a 10 giorni. Il governo ha anche deciso di estendere la validità dei test negativi per il nuovo coronavirus da 36 a 48 ore se effettuati all'estero. Il certificato deve essere rilasciato da un'istituzione la cui autenticità è riconosciuta dall'Istituto sloveno di microbiologia e dal Laboratorio nazionale per la salute e l'alimentazione. Non ci saranno più limiti di tempo per viaggiare in Paesi epidemiologicamente pericolosi, come nel caso di funerali e i contatti con i familiari stretti, compresi i genitori. La condizione sarà la presentazione di un test negativo al rientro in Slovenia, che non sia più vecchio di due giorni. Kacin ha aggiunto che non c'è praticamente alcuna introduzione del virus dall'estero. «Il virus si sta ancora diffondendo in tutta la Slovenia. I focolai principali rimangono le scuole e le case per anziani», ha precisato.
«Il numero di infezioni cresce di giorno in giorno, purtroppo, come ci aspettavamo, il virus ha raggiunto la popolazione vulnerabile nelle case per anziani, gli ospedali stanno lentamente iniziando a riempirsi», ha spiegato Aleš Rozman, direttore della Clinica universitaria per le malattie polmonari e le allergie e riportato da Rtvslo. Rozman è un membro del gruppo consultivo del governo per il Covid -19. «Negli ospedali che hanno deciso di partecipare al progetto Covid-19, siamo riusciti a mobilitare 50 posti letto regolari e 10 posti letto nel reparto di terapia intensiva senza interferire nei programmi regolari. Temiamo che questa capacità venga presto superata, ovvero che dovremo mobilitare letti supplementari, il che si rifletterà nel fatto che gli interventi programmati regolari dovranno essere annullati», ha spiegato Rozman. Di conseguenza, le code inizieranno ad allungarsi di nuovo e l'assistenza sanitaria regolare ristagnerà.
In Croazia, altri 291 casi di infezione da coronavirus sono stati confermati nelle ultime 24 ore, du ei morti. Dall'inizio della settimana sono stati registrati 953 nuovi contagi, il massimo mercoledì con 341 nuovi contagi. Ma c’è chi sta peggio nei Balcani. Oltre la Romania costantemente oltre quota mille nuovi contagi ieri la Repubblica ceca ne ha conati ben 1.161. —
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