La “Skerk” di San Pelagio compie 500 anni e inizia una nuova vita come casa vacanze

Nata nel 1520 come canonica, la famiglia del borgo che ne è proprietaria la sta rilanciando grazie a un recupero storico 

DUINO AURISINA Vanta 500 anni di vita e sta per rinascere come casa vacanze. È la casa “Skerk” di San Pelagio, antica costruzione della piccola frazione del territorio comunale di Duino Aurisina, la cui ristrutturazione sta per essere completata e che rappresenta un elemento storico di straordinario interesse per l’intero Carso.

Costruita nel 1520, quando San Pelagio era un minuscolo borgo di contadini e pastori, per essere una costruzione di supporto all’attigua chiesa, la casa, realizzata con le pietre recuperate sul posto, seguendo i criteri dell’epoca per quanto concerne le tecniche di edificazione, la casa “Skerk” è sopravvissuta alle guerre, alle profonde trasformazioni della società, alle mutazioni del vivere civile. Realizzata per essere dapprima una canonica, diventata poi abitazione per le suore che operavano a supporto della chiesetta, contraddistinta dalla statuetta della Madonna, che ne orna uno dei lati, la casa di San Pelagio rappresenta una testimone di epoche molto diverse e perciò elemento di notevole interesse turistico. Al punto che la famiglia Skerk, che ne è proprietaria, ha deciso di trasformarla in una casa vacanze, «mantenendo però – spiega Marisa Skerk, consigliere comunale del Comune di Duino Aurisina nelle file del Pd, con una lunga militanza politico amministrativa alle spalle – la sua veste originaria. Abbiamo conservato la struttura esterna, in particolare il tetto, ma l’intera struttura ricorda le vecchie case del Carso».

La copertura fu infatti realizzata con il tradizionale metodo delle “scandole”, cioè con l’utilizzo dei conci in pietra calcarea, tipica del Carso. Interamente rifatto l’interno, per garantire agli ospiti il massimo confort, la casa “Skerk” di San Pelagio presenta, sulle parti esterne in pietra, splendidi elementi in legno e fregi, che invitano a fare un percorso mentale a ritroso nel tempo. I progettisti dell’epoca, cioè di coloro che lavorarono circa mezzo millennio fa, ebbero la felice intuizione di collocare la costruzione in un punto molto felice: dal primo piano infatti, pur essendo nel cuore del Carso, si può ammirare il golfo, da un lato fino a Grado e dall’altro fino alle coste istriane.

La storia della casa è intimamente legata a quella della chiesetta, che fu realizzata nel 1500, eretta in cappellania dipendente da Duino dal 1629. La chiesa fu successivamente riedificata e ampliata, una prima volta, nel 1671, per venir consacrata il 2 luglio dall’allora Vescovo di Trieste, Francesco Massimiliano Vaccano. La costruzione dell’edificio attuale risale al 1780. Nel 1935 divenne parrocchia, riconosciuta civilmente nel 1961. Oggi, la chiesetta, la casa Skerk e la Stalca, l’edificio che ospita le attività del circolo culturale sloveno Vigred, distante poche decine di metri, rappresentano la memoria storica della vitalità di San Pelagio e dell’intero Carso triestino.—


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo