La Sinistra esclusa mette a rischio il voto
TRIESTE. L’Ufficio centrale regionale non si fa convincere dalle spiegazioni della “Sinistra”: Marino Andolina e la sua lista, cui manca la firma del segretario di Rifondazione Kristian Franzil sotto le adesioni raccolte a Trieste, rimangono al momento esclusi dalle elezioni regionali in programma il 21 e 22 aprile. Ma la partita non è chiusa. Il ricorso al Tar verrà discusso già martedì. E c’è pure l’eventualità che debba intervenire il Consiglio di Stato. A quel punto, secondo i ricorrenti, non è escluso che il voto per il rinnovo del Consiglio regionale debba slittare di qualche settimana.
Il caso è aperto. Perché la “Sinistra”, sin d’ora, ritiene di non avere a disposizione il tempo adeguato per la campagna elettorale. La legge regionale 28 del dicembre 2007, quella che ha introdotto tra l’altro una compiuta disciplina della propaganda elettorale, precisa che entro il trentesimo giorno antecedente il voto (in questo caso ieri, venerdì 22 marzo) le giunte comunali delimitano gli spazi da destinare alle affissioni. Ed è da quella data che è possibile avviare la propaganda. «Trenta giorni che, a noi, non sono però garantiti», osserva Roberto Antonaz.
Il consigliere di Rifondazione comunista ieri mattina si è presentato a Udine negli uffici elettorali per difendere la causa della “Sinistra”, la lista esclusa per mancanza di una firma sull’elenco dei candidati di Trieste. Con Antonaz c’erano il segretario di Rc Franzil e l’avvocato Paolo Viezzi. La delegazione non è riuscita a convincere il servizio elettorale diretto da Annamaria Pecile. La dirigente regionale conferma l’altolà alla lista che candida a governatore il medico triestino Andolina e minimizza la questione tempi: «Il Consiglio di Stato, come il Tar, ha tre giorni per rispondere. Non credo si debba procedere al rinvio delle elezioni. Nel caso di riammissione si tratterà solo di rieffettuare il sorteggio».
I ricorrenti la pensano però in maniera opposta. Sono convinti di dover pretendere i trenta giorni di campagna elettorale. Ma insistono soprattutto sulla legittimità della loro contestazione. Sul fatto che, ribadisce Antonaz, si è trattato «di un errore formale e non sostanziale» posto che «l’intenzione di presentarci nelle tre circoscrizioni di Trieste, Gorizia e Udine è politicamente evidente». Andolina entra ulteriormente nel dettaglio: «Ero presente a Udine quando Franzil e Antonaz presentavano la documentazione e le firme raccolte. I funzionari hanno chiesto i vari documenti uno a uno e il segretario di Rc li ha consegnati. Alla fine hanno detto che tutto era a posto. Se avessero notato che mancava un foglio, del resto di importanza marginale, avrebbe potuto e anzi dovuto dircelo. È strano, e forse sospetto, che solo a posteriori questa carenza sia stata ritenuta così importante».
Antonaz risponde al niet con parole ancora più pesanti. Parla di «cavillo leguleio» e ricorda lo stop della politica regionale alla richiesta dei piccoli partiti di raccogliere metà firme rispetto alla legislazione ancora vigente. «Un chiaro segnale – afferma – di come volevano farci fuori. Eppure noi le firme le abbiamo raccolte, 4 mila in tutto, 1.314 proprio a Trieste». Firme «regolari», aggiunge Franzil, «come regolari sono tutte le candidature, a partire da quella del candidato presidente». Di qui, rincara la dose Andolina, la decisione di ricorrere al Tar e, se necessario, al Consiglio di Stato: «Non è nostra intenzione nuocere al corretto svolgimento delle elezioni ma, se fossimo davvero esclusi, non ci fermeremo a costo di invalidare il risultato elettorale rimandando tutti a votare». Tra le altre ipotesi, la “Sinistra” ritiene che ci possa essere un’accettazione sub judice della lista e, nel caso di successiva esclusione con un concomitante risultato “sensibile”, che si debba poi andare a nuove elezioni. Vicenda sicuramente complessa che la prossima settimana potrebbe avere una prima schiarita.
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