La sigaretta elettronica tutta “made in Gorizia” nella tesina da brevetto

Viaggio nei corridoi delle scuole superiori carichi di tensione Ora si pensa all’estate ma anche al futuro fra studio e lavoro 



Chissà che, un domani, ai quattro angoli del mondo non si possa entrare in un negozio specializzato e comprare la nuova e rivoluzionaria sigaretta elettronica “made in Gorizia”. Per ora è probabilmente un sogno, quello di un giovane studente in attesa di conoscere l’esito del suo esame di maturità, ma è anche un sogno concreto, che presto potrebbe sfociare in un brevetto vero e proprio. Quella di Stefano Nordio e della sua nuova sigaretta elettronica è una delle tante piccole, grandi storie che si possono incrociare passando in queste ore tra i corridoi silenziosi e carichi di tensione delle scuole superiori goriziane. Dove, come accade in tutta la Penisola, sono ancora svolgimento gli esami di Stato.

Siamo all’ultimo atto della maturità 2018: i colloqui orali, che proseguiranno un po’ ovunque fino alla fine di questa prima settimana di luglio. Nei giorni scorsi all’istituto professionale Da Vinci di viale Virgilio toccava, tra i primi della sua classe (la 5Bam), a Stefano Nordio, appunto, che affidale sue sensazioni proprio a pochi minuti dall’incontro con la commissione. «Io sto per entrare – racconta –, credo tra una ventina di minuti, non di più. E sono parecchio agitato: non tanto perché temo di emozionarmi, o di non riuscire a rispondere alle domande, piuttosto perché sono ambizioso e vorrei puntare ad un risultato importante a conclusione del mio ciclo di studio, senza limitarmi a portare a termine l’esame. Per questo sono nervoso, voglio fare bene».

Ad aiutarlo, di certo, sarà la tesina preparata appositamente per l’occasione. O meglio il progetto, come avviene nel caso degli istituti tecnici e professionali. «Presento il mio progetto per una nuova sigaretta elettronica – dice Stefano –. È diversa da tutte le altre oggi in commercio perché ho modificato una serie di circuiti per renderla più sicura. E ho tutta l’intenzione di brevettarla. I documenti e l’iter in tal senso è già pronto».

Intanto, concentrandosi su un futuro più vicino, Stefano da settembre lavorerà come tecnico alla Danieli, la multinazionale che gli ha già avanzato una prima proposta. Un percorso tracciato come quello del compagno di classe Daniele Tria, che pensa però a un futuro del tutto diverso: «Non proseguirò nel settore per il quale ho studiato in questi anni, piuttosto mi iscriverò a Scienze motorie sportive, a Gemona – dice –. Vorrei fare l’insegnante di ginnastica, sia perché amo stare a contatto con i giovani e trasmettere loro quello che so, sia perché questo si concilierebbe con quella che già ora è la mia grande passione e in parte professione». Daniele, infatti, insegna ballo, in particolare breakdance, a Cervignano. Tria, come altri suoi amici, è a scuola sia per fare il tifo per i compagni già alle prese con l’orale sia per farsi un’idea di quel che l’attende. Come anche Lorenzo Siddi. «L’ansia c’è, è innegabile – racconta –, ma ho assistito ad un’interrogazione e devo dire che mi sembra fattibile. Cosa mi resterà di questi cinque anni? Sicuramente le esperienze fatte e una nuova mentalità: la scuola mi ha insegnato a vedere le cose da un punto di vista differente dal mio».

C’è poi anche chi può parlare con animo molto più leggero, appena uscito dall’aula dopo aver concluso la sua maturità. «È una liberazione grande – ammette Michael Marini –, credo di aver fatto una bella figura tutto sommato. So che la scuola e i compagni mi mancheranno, mi sono trovato bene, ma sono anche ansioso di iniziare a vivere il mondo del lavoro. Inizierò ovviamente dal basso, come operaio, ma un domani, se ne avrò la possibilità, vorrei aprire una mia attività all’estero». –

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Riproduzione riservata © Il Piccolo