La sfida sulle Generali: ora Intesa prende tempo
TRIESTE. «Stiamo valutando una potenziale combinazione industriale con Generali»: l’ad di Intesa SanPaolo Carlo Messina delude chi si attendeva durante la presentazione dei conti un colpo di scena sulla sfida per il Leone.
La banca si prenderà «tutto il tempo necessario» per valutare una possibile offerta su Trieste che dovrà integrarsi «alle priorità strategiche del piano industriale». Intanto il governo guarda «con attenzione» all’italianità e alla dimensione internazionale del gruppo triestino anche se - come ha spiegato il premier Gentiloni - non intende interferire.
Nel frattempo il mercato si riassesta dopo giorni di tensione sui titoli coinvolti. Intesa San Paolo chiude la giornata con un guadagno del 2,6% dopo la conferma di un dividendo di almeno 3,4 miliardi di euro previsto dal piano industriale anche nel caso si decida di muovere sulle Generali (titolo +0,27%).
Ancora una volta Intesa San Paolo conferma di essere una banca solida con un balzo degli utili a 3,1 miliardi nel 2016 (+13,6%) sul 2015. La performance 2016 è stata possibile grazie a un quarto trimestre in utile per 776 milioni (erano stati 15 un anno fa), nonostante alcune poste straordinarie come la svalutazione per 226 milioni del fondo Atlante e i 473 milioni di contributi al Fondo di risoluzione per completare l’intervento sulle quattro good banks.
Questo il copione emerso ieri nel corso della presentazione dei conti e del successivo round con gli analisti che non hanno ottenuto altri chiarimenti sul dossier Generali. Incontro preceduto da una nota di Cà de Sass che smentisce offerte di scambio in preparazione su Trieste.
Intesa Sanpaolo -ha detto il Ceo- potrebbe procedere sulla strada delle combinazioni industriali con Generali a patto che l'operazione sia «neutra a livello di capitale senza applicare nessuna franchigia, come il compromesso danese», che permette ai conglomerati finanziari di avere vantaggi sul capitale dalle partecipazioni assicurative.
Messina ha spiegato che l’analisi del dossier Generali resta ferma «alla fase 2» dell'iter di solito previsto per valutare operazioni straordinarie: in sostanza Cà de Sass si prenderà «tutto il tempo necessario per una valutazione completa e solida» prima di decidere se procedere a un'integrazione con il gruppo triestino: «La nostra priorità è la creazione e la distribuzione di valore agli azionisti oltre a un bilancio solido».
Messina ha spiegato che ogni acquisizione deve essere «neutra» sul capitale, «in linea» con gli obiettivi di creazione di valore per i soci e infine deve adattarsi «bene» alle «priorità strategiche incluse nel piano».
Ma intanto gli altri colossi europei delle polizze, dopo anni di immobilismo, si stanno muovendo anche per effetto dello tsunami triestino. Il direttore finanziario di Munich Re, come riporta il quotidiano Handelsblatt, ha dichiarato il proprio interesse per «grandi acquisizioni, anche nel business assicurativo».
Il Ceo del colosso Allianz, Oliver Baete, forte di 11 miliardi di utili lo scorso anno,non rinuncia ai piani di espansione che ultimamente vedrebbero nel mirino il gruppo australiano Qbe: «Dobbiamo investire nella crescita. Chi non cresce muore».
Il gruppo di Monaco sarebbe peraltro interessato ad acquisire asset Generali che deriverebbero, secondo i rumors, da un possibile asse con Intesa. E in partita ci sono due temibili protagonisti come Axa e Zurich.
Intanto gli analisti di Intermonte non escludono che Intesa «abbia intavolato discussioni sia con i regolatori Bce per valutare un eventuale impatto sul capitale» dell’operazione «sia con i propri azionisti e con quelli di Generali per capire le modalità per un'eventuale partnership». Per Equita, invece, Intesa ha «diverse opzioni sul tavolo, fra cui - probabilmente - un’offerta di scambio 100% in azioni e un’offerta mista azioni e cash».
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