La sfida italo-slovena dei ripetitori, due impianti davanti ai giudici
TRIESTE Nel giro di un mese la guerra delle antenne, che contrappone due emittenti private italiane alla Rtv Slovenija, potrebbe trovare soluzione in due appuntamenti-chiave in sede giudiziaria.
Il primo si sta approssimando ad ampie falcate: infatti è in programma lunedì 15 marzo davanti al Tribunale di Trieste l’udienza in merito al contenzioso tra la padovana P-Sphera e Rtv. Il secondo riguarderà il Tribunale di Gorizia ed è in agenda mercoledì 14 aprile: l’emittente cattolica Radio Maria versus Rtv .
In entrambe le cause patrocina le imprese italiane l’avvocato fiorentino Felice Vaccaro, uno dei maggiori esperti della materia a livello nazionale. Il dossier è piuttosto complesso e presenta implicazioni di carattere internazionale che sono approdate- come vedremo - anche a Bruxelles.
Il round triestino è dietro l’angolo. La questione s’impernia sull’impianto Rtv situato ad Antignano (Tinjan in sloveno), un piccolo borgo nella zona di villa Decani. Secondo P-Sphera, si rileva un’«invasione» nell’area triestina determinata da un’irradiazione a 350° mediante uno schieramento di 4 antenne a 2000 watt, quando invece i ripetitori sloveni dovrebbero limitarsi a una potenza di 200 watt avendo direzione a 130° puntata verso l’interno dell’Istria.
I «disturbi distruttivi», come li definisce il legale fiorentino che cita la consulenza tecnica affidata all’ingegnere milanese Carlo Galifi, avvengono sulla frequenza 98.900 Mhz verso Trieste. Non esisterebbe invece problema per P-Sphera, che trasmette da Conconello e da Chiampore: tra l’altro la postazione sopra Muggia è stata ceduta a Rmc Italia.
Vaccaro ha sollecitato a più riprese Akos (Agenzia slovena per la rete di comunicazione) affinchè intervenisse per porre fine alle interferenze, limitando la potenza di Antignano almeno a 500 watt. Ma finora i tentativi, che tra l’altro smorzerebbero ragioni e tensioni giudiziarie, non hanno trovato riscontro da Lubiana.
Il secondo round si disputerà a Gorizia. Il contesto processuale è diverso, il merito analogo. In questo caso Vaccaro, legale di Radio Maria, ha impugnato la sentenza del settembre 2020, che in sostanza condannava sia Radio Maria e Rtv a cessare le reciproche interferenze, l’una da Porzus, l’altra dal Monte Nanos. Ma Vaccaro non è d’accordo con il giudice goriziano, perchè ritiene che l’entità delle interferenze sia decisamente diversa: Rtv inonderebbe il 70% del territorio regionale giulio-friulano, quando invece quello di Radio Maria sarebbe, in linguaggio tecnico, un semplice “debordo”. La slovena Akos è stata sollecitata anche su questo capitolo e anche su di esso - scrive Vaccaro - silenzio assordante.
Ma, oltre agli aspetti giudiziari, si evidenzia, come da premessa, un caso internazionale, su cui Vaccaro protesta con una lettera inviata il 3 marzo ai direttori ministeriali (Mise) Pietro Celi ed Eva Spina.
I fatti. Lo scorso febbraio si è tenuta a Bruxelles presso la Commissione Ue una riunione del “Radio spectrum policy group”, durante il quale il contenzioso Radio Maria P-Sphera/Rtv sarebbe stato travisato e la situazione effettiva venutasi a creare - cioè il mancato intervento regolatorio dell’agenzia slovena Akos - ignorata. Nonostante - incalza l’avvocato - le consulenze tecniche abbiano accertato il livello di interferenza da parte slovena.
Nella lettera Vaccaro si dice rammaricato, poichè a Bruxelles, come si evince dal verbale dell’incontro, erano presenti tre rappresentanti italiani: Donato Margarella, Katia Marcantonio, Umberto Mascia. Ma nessuno dei tre - eccepisce infine l’avvocato - ha fatto cenno al doppio contenzioso «benchè il ministero Comunicazioni ne fosse stato puntualmente informato». —
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