La sfida del mobile low cost: austriaci all’assalto di Ikea

Il nuovo gruppo che nasce dalla fusione fra XXXLutz e la catena tedesca Poco potrebbe insidiare in tempi rapidi la supremazia degli svedesi in Europa

ZAGABRIA. Ikea è sotto scacco. Il gigante svedese dei mobili economici - forte di 275 negozi in Europa e altri 130 circa nel resto del mondo - dovrà a breve vedersela con un nuovo rivale, nato dalla recente fusione di due imprese concorrenti: l’austriaca XXXLutz e la catena tedesca Poco, entrambe specializzate nell’arredamento a basso prezzo. Nelle scorse settimane, XXXLutz, fondata nel 1945 a Wels nell’Alta Austria, ha infatti ufficializzato l’acquisto di Poco, dando così vita ad un gruppo in grado di realizzare quasi lo stesso fatturato di Ikea in Germania. Se gli svedesi raggiungono quota 4,9 miliardi di euro grazie alla loro rete di negozi nella Repubblica federale, il neonato austro-tedesco realizza secondo il quotidiano tedesco Die Welt ben 5,6 miliardi di euro. Insomma, l’impresa di Ingvar Kamprad - il pioniere del mobile da assemblare morto ad inizio anno all’età di 91 anni - non è più la numero uno del mobile in Germania. Su scala globale, Ikea rimane di certo un peso massimo rispetto al gruppo XXXLutz ampliato con l’acquisto di Poco. Il colosso svedese conta 194mila dipendenti in tutto il mondo, contro 30mila per il conglomerato austro-tedesco e la differenza di fatturato è egualmente grande: 38,3 miliardi di euro, contro circa 6.

Tuttavia, la Germania rappresenta un mercato rilevante per Ikea, contribuendo - come nota La Stampa - a più del 15% del suo fatturato complessivo. E qui lo scontro tra i due giganti dei mobilifici potrebbe farsi agguerrito. Ikea conta 403 filiali in tutto il mondo, ma XXXLutz non è da meno con 380 punti vendita concentrati soprattutto in Europa. Il rapporto al mercato è inoltre diverso. Gli svedesi si stanno orientando sempre più verso mobili di qualità e a prezzi più elevati, mentre gli austriaci si concentrano su prodotti più accessibili e di qualità inferiore. I tedeschi, insomma, potrebbero dividersi tra le due offerte. La competizione, inoltre, non avverrà soltanto in terra tedesca. XXXLutz ha infatti già intrapreso un’inesorabile espansione nei Balcani, dove Ikea ha aperto di recente diversi punti vendita nella speranza di sedurre i mercati emergenti.

Nel 2010, XXXLutz ha infatti rilevato la catena slovena Lesnina, forte di quasi un quarto del mercato sloveno dell’arredamento. L’acquisto (avvenuto nello stesso anno in cui XXXLutz, simbolicamente, apriva anche a Malmö, in Svezia) ha permesso al colosso austriaco di mettere un piede nei Balcani, dal momento che Lesnina è presente non soltanto in Slovenia, ma anche in Croazia e in Serbia. Mentre gli svedesi continuano ad inaugurare nuovi centri nella regione (nel 2017 ha aperto il 400° negozio a Belgrado, nel 2014 era Zagabria, nel 2011 a Sofia ecc.), gli austriaci si muovono nella stessa direzione, inserendosi geograficamente tra le maglie della macchina Ikea. Ecco che nel marzo di quest’anno, Lesnina (ovvero XXXLutz) ha ultimato la costruzione del suo nuovo spazio vendite in Istria, tra Pola e Dignano.

Un investimento da 20 milioni di euro volto proprio ad evitare agli istriani lunghi viaggi fino a centri Ikea di Zagabria o di Villesse. Sempre per quest’anno, inoltre, è annunciata l’apertura di una prima filiale di Mömax a Zagabria, a cui dovrebbero seguire altri negozi al dettaglio in Croazia.

Si tratta, ancora una volta, di uno dei brand dell’arredamento di proprietà di XXXLutz, che prosegue così la propria espansione a Sud Est. Già presente in undici Paesi europei (dalla Svezia all’Ungheria e dalla Svizzera alla Repubblica ceca), il gruppo vuole dunque cavalcare la stessa onda che segue anche Ikea, ovvero quella della crescente economia dell’Est europeo. A partire dagli anni Settanta, XXXLutz ha saputo infatti riconvertirsi, abbandonando i tradizionali mobili in stile alpino e legno massiccio decorato, che la compagnia a gestione familiare produceva inizialmente, per dedicarsi a prodotti più accessibili e più popolari. La sfida nel mondo dei mobili è dunque lanciata.

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