La sfida dei writer alla conquista di Trieste: «Tutti i muri saranno nostri»

Dal centro alla periferia non c’è via o piazza che non sia stata imbrattata. Fenomeno fuori controllo. In via Corti la dichiarazione di guerra dei teppisti dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento
Lasorte Trieste 28/03/17 - Writers, Scritte Spray, Via Corti
Lasorte Trieste 28/03/17 - Writers, Scritte Spray, Via Corti

Hanno vinto loro, i writer. «Nessun muro verrà risparmiato», è la minaccia che giganteggia da un po’ di tempo in via Corti e in via Ciamician. Così è stato. Non c’è multa, non c’è telecamera o controllo che scoraggi i graffitari. La città è interamente deturpata da scrittacce e “tag”. Ormai è un disastro dappertutto. Dal centro alle periferie, passando per i quartieri più popolari come San Giacomo e Ponziana. Hanno vinto loro.

E il Comune non sa che fare. Ritocca le sanzioni, ma non serve. Di tanto in tanto negozianti e cittadini puliscono togliendo quello che possono; ma poi, puntualmente, scarabbocchi, parolacce e disegnetti riappaiono. Ogni giorno e settimana se ne aggiungono di altri.

 

 

È una battaglia persa. Senza fine. Lo è in Cittavecchia, che peggiora anno dopo anno. Nell’intreccio di vie attorno a Cavana pare di stare più in un sobborgo abbandonato che nel cuore del salotto buono. Prendiamo via Madonna del Mare: “Contro Stato e psichiatria”, è la frase che campeggia all’inizio della strada. Ma è poco oltre, all’istituto Carducci, che l’inciviltà non conosce limiti. La facciata della scuola è completamente lordata, analogamente ai cassonetti delle immondizie di fronte. «La libertà è tutto», sbeffeggia una scritta. Niente in confronto alla zona Urban, recuperata a metà degli anni Novanta dal degrado. Abitazioni, negozietti, ristorantini e bar, oltre alle rovine degli edifici della Trieste che fu, sono interamente flagellati. Non c’è muro immune tra via del Bastione, via delle Mura, Androna degli Orti, via del Capitelli e via dei Cavazzeni.

La fantasia si sbizzarrisce. Si passa dall’irridente “Fuck the police” agli adolescenziali “Tvb” o ai più romantici “Je t’aime”. Qualcuno si firma pure: Matteo, Antonella o “Testone”; è la stessa calligrafia in pittura rossa di “Testa gonfia”. Tutto come una grande lavagna en plein air.

Cavana. Sull'altro versante, la musica non cambia. Parliamo di Androna del Torchio via della Pescheria e via del Sale. Chi se la prende con lo “Stato fascista”, chi inneggia agli “Ultras” o chi vorrebbe l’anarchia. Spazio anche ai no-Tav, ai comunisti e ai nazi. Ma anche le strade intorno non sono state risparmiate: via Santi Martiri, ad esempio, dedica un intero muro a Bart Simpson. Mentre ancora in Cavana riecco il solito “Ceres”, che rivedremo un po’ ovunque sulle pareti della città. In piazza Dalmazia, ad esempio, sull’ex Galleria Fabris.

 

Undeground a Trieste e Gorizia, viaggio tra i graffiti di Melara e dello skatepark

 

Le scrittacce sui palazzi sono migliaia. Compaiono addirittura tra le finestre del primo piano; come accade, ad esempio, sopra la gelateria “Semola”.

Non se la passa meglio piazza Oberdan, soprattutto nei dintorni del capolinea del tram, così come largo Barriera dove nei giorni scorsi sono comparse scritte sulle pareti del Mercato coperto, appena rimesso in sesto. Presi d’assalto pure viale XX Settembre, piazza Goldoni e la Scala dei giganti. Lì hanno sporcato tutto: si va dal “Cucchi vive” agli scarabocchi sulla gradinata.

Trieste Underground - Giovani writer crescono fra i muri
Giovani writer crescono fra i muri (immagine di Svetlana Tomažic)

Ma non bastano le case, le chiese, le serrande dei negozi, i monumenti e le fermate degli autobus: in via del Bosco hanno preso di mira pure la finestra di un alloggio. Un’unica grande scritta rossa che prende insieme facciata e scuri. Merita dare un’occhiata anche in Ponziana, a iniziare dalla pista ciclabile. “Vandals” è la parola che inaugura la serie di graffiti che ormai caratterizzano il rione, dove si fa fatica a distinguere la “street art” dall’imbrattamento.

Poco o nulla servono le telecamere o i cartelli che segnalano la presenza di sistemi di videosorveglianza: i writer agiscono di notte con cappucci e sciarpe al volto.

Completamente fuori controllo il casermone di Melara dove pure lì i murales decorativi sono spesso un tutt’uno con ciò che arte non è. Così nel resto della città: Borgo San Sergio, Roiano, San Giacomo e Valmaura. «Nessun muro verrà risparmiato», appunto.

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