"La sfida: aiutare gli studenti a trovare lavoro"

Donata Vianelli ha la delega per l'orientamento in entrata e in uscita, una novità dell'Università di Trieste al passo coi tempi
Donata Vianelli, delegata del rettore all'orientamento in entrata e in uscita
Donata Vianelli, delegata del rettore all'orientamento in entrata e in uscita

L'orientamento in uscita è ormai anche per legge uno dei compiti primari delle università: l'ateneo di Trieste lavora nel campo già da molti anni. Per questo motivo, alle interviste ai direttori dipartimentali, abbiamo affiancato un colloquio con Donata Vianelli, delegata del rettore all'orientamento in entrata e in uscita.

Professoressa, in cosa consiste la sua delega?

Il mio incarico è in parte una novità. Prima dell'insediamento dell'attuale rettore non esisteva una delega che riunisse entrata e uscita. L'ateneo ha creato questa posizione per dimostrare ai ragazzi che l'università non soltanto orienta lo studente verso il percorso di laurea più adatto, ma lo accompagna lungo il percorso di studi fino allo sbocco nel mondo del lavoro.

Come si orienta lo studente in entrata?

L'idea è far capire qual è l'essenza del corso, aiutarlo a scegliere secondo sue vere attitudini e non soltanto in base all'ampiezza degli spazi lavorativi. Dobbiamo insomma dar loro gli strumenti per capire qual è il corso per cui sono più adatti.

Come si fa?

Ad esempio con iniziative come Flash Forward, l'evento che abbiamo chiuso nei giorni scorsi. Si tratta di un progetto dedicato ai corsi scientifici. Invece di presentare il piano di studi, per il quale basta un opuscolo, si avvicinano i giovani al lavoro del ricercatore nei diversi ambiti: chimica, fisica, farmacia. E' un modo per orientare fin dall'inizio verso l'uscita coinvolgendo le istituzioni e le aziende.

Con gli altri ambiti come va?

Le lauree umanistiche, ad esempio, fanno una forte attività di orientamento alle superiori: attivano premi, realizzano le settimane dedicate al latino, vanno nelle scuole per lezioni e approfondimenti. Poi presenziamo a tutte le fiere, saloni, organizziamo porte aperte. E' importante lavorare con tutte le istituzioni: in febbraio l'ufficio scolastico regionale ha organizzato una fiera delle professioni chiamando i referenti dei vari ordini professionali. Sono tutte occasioni per consentire ai giovani di capire cosa gli piace. In fondo l'università dovrebbe essere questo.

Parliamo dell'orientamento in uscita

È la grande sfida. Noi partiamo bene, perché il nostro sportello lavoro è attivo da anni ed è un caso esemplare in Italia. Lo prova la giornata JobUnits: lo scorso 10 aprile abbiamo avuto quasi 3mila colloqui di lavoro tra gli studenti e una cinquantina di aziende e istituzioni partecipanti. L'evento richiede mesi di preparazione, anche perché prevede una settimana di lezioni con società di ricerca del personale su come fare i curriculum, gestire un'intervista, cercare lavoro all'estero.

Cos'altro fate?

Dedichiamo giornate alle singole aziende: Vodafone, Unicredit, L'Oréal. Ciò consente agli studenti di capire quello che può loro interessare, non tutti puntano alle grandi aziende. Ma in cantiere abbiamo altre due iniziative di rilievo.

Ovvero?

Il primo, già avviato, è Fixo. E' un progetto promosso da Italia Lavoro, attraverso il ministero del Lavoro, per l'alto apprendistato: permette ai ragazzi di seguire un percorso di formazione all'università venendo assunti al contempo dalle aziende. Ad esempio si può fare un dottorato e al contempo un apprendistato di tre anni. Si favorisce così in modo significativo l'inserimento lavorativo.

L'altro?

E' il Fondo garanzia giovani. La Regione lo rafforza con un ulteriore progetto, Pipol, che offrirà supporto economico ai neolaureati, entro un anno dalla laurea, per formazione ulteriore, tirocini, ricerca di lavoro all'estero e corsi di lingue. Contiamo di partire il mese prossimo.

Come aiutare a trovare lavoro?

Entro l'anno puntiamo a lanciare una piattaforma informatica in cui gli studenti potranno consultare elenchi di aziende e istituzioni, divise per ambito, a cui rivolgersi. Daremo molta attenzione anche alle lauree percepite come deboli, ad esempio quelle umanistiche, per le quali il lavoro c'è: bisogna soltanto saperlo cercare.

(4 - Segue. Le puntate precedenti sono state pubblicate il 21 e 28 maggio e il 4 giugno)

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