La sexy-ministra comanda la polizia in tacchi a spillo

Ex avvocato, 38 anni, guida il dicastero sloveno degli Interni Ama la moda, veste di nero e giura di non mentire mai

LUBIANA. Da vicino è ancora più bella. Non stiamo parlando di una diva di Hollywood, ma di Katarina Kresal, 38 anni, ministro degli Interni della Slovenia: forse una delle più belle donne nella politica internazionale. Da lontano è un cliché: bionda, occhi azzurri, tacchi alti, stile minimal chic. Da vicino, è lo sguardo che colpisce: per niente da cliché, attento e determinato. Se fosse in Francia, o negli Usa, sarebbe iper-fotografata, sulle pagine di tutti i tabloid, osservata e criticata per un paio di scarpe sbagliate... o per un passo falso, a prescindere dalle scarpe.

E invece è qui, a Lubiana, nel suo ministero. E per una volta, provocatoriamente, l'intervista non verte sulla politica, ma sulla moda. Che, a volte, è la stessa cosa.

Non trova che la moda sia diventata una dichiarazione politica? Michelle Obama, ad esempio, mixa abiti di stilisti americani e di catene low cost, quasi un tributo alla recessione. No, non penso che il modo di vestirsi faccia parte di una strategia politica. Se indosso abiti "made in Slovenia", è solo perché mi piacciono. E io indosso solo quello che mi piace. Dicono che vesto sempre di nero e con abiti seri: ma, prima di diventare ministro, ho lavorato per anni come avvocato, e lì il "dress code" era rigoroso. Non puoi permetterti di essere stravagante quando devi incontrare dei clienti, quando devi presentarti in tribunale. Devi essere, e sembrare, affidabile. La prima impressione è fondamentale. Dunque ho semplicemente "trasferito" quel modo di vestirmi dal tribunale al Parlamento. Perché, in fondo, mi appartiene e mi piace.

A volte le capita di scegliere abiti di giovani stilisti sloveni? Un po' come fa, appunto, Michelle Obama... Certamente. Il mio preferito è Matevz Faganel, un giovane stilista che mi ha contattato, qualche tempo fa. Mi scrisse una mail: penso di poter avere gli abiti giusti per lei, venga in atelier. Intraprendente, vero? E io sono andata. Così adesso i suoi abiti, molto lineari, molto semplici, sono diventati parte del mio guardaroba. Oltre al piacere di avere dei vestiti "custom made", tagliati apposta per me. E poi mi piace anche un vecchio brand sloveno, Rasica, adesso "riattualizzato" da Zoran Garevski; le collezioni sono sempre più interessanti, e dunque mi capita di comprare anche da loro.

Nessuno stilista italiano? Lei mi sembra molto Armani. (ride, ndr) Armani? No, non penso di avere niente di Armani nell'armadio. Ma certo, mi piace moltissimo la moda italiana. A chi non piace? Quando le donne hanno cominciato a farsi strada nel mondo del lavoro hanno indossato tailleur. Giacca e pantaloni, giacca e gonna. Quasi una divisa, e basta pensare a un film-cult come "Una donna in carriera", con Melanie Griffith. Era il 1988.

Ma ancora oggi il tailleur rimane il simbolo del "power dressing"? O è stato sostituito da un paio di scarpe col tacco alto? I tailleur femminili, soprattutto quelli giacca e pantaloni, sono diventati parte integrante del guardaroba femminile, e non sono più le brutte copie degli abiti maschili. Sono soft, hanno un che di morbidezza, ma allo stesso tempo sono seri, e mi piacciono molto. Ma per me l'essenziale sono i tacchi! Non esco mai senza. Anche perché riesco a camminarci... (e qui, di nuovo, ride, ndr). Non trova terribile vedere donne che vacillano su un tacco 12, quando farebbero meglio a mettersi un paio di scarpe basse? E gioielli? Non ha un anello portafortuna, un paio di orecchini da cui non si separerebbe mai? Non ho molti gioielli, ma quelli che porto sono tutti speciali per me. Perché noi donne, di solito, non li compriamo: e i miei, sono regali del mio compagno (l'avvocato Miro Senica da cui Katarina Kresal ha lavorato in passato, ndr), o dei miei genitori. In fondo, i gioielli non sono solamente gioielli, ma anche un ricordo, di qualcosa di piacevole.

Lei è un ministro giovane, in uno Stato giovane. Aveva 18 anni quando la Slovenia diventò indipendente, che cosa ricorda? Soprattutto che, purtroppo, non riuscii a votare al plebiscito del dicembre del 1990, che segnò l'inizio del processo di indipendenza: mancava un mese ai miei diciott'anni. Tra poco, il 25 giugno, la Slovenia festeggerà vent'anni. Già. È sempre più vecchia...

Vecchia? E che dire dell'Italia, che di anni ne ha appena compiuto 150? Diciamo allora che la Slovenia non è più una teenager. Se dovesse definire la Slovenia con un aggettivo? Potrei dire pittoresca, perché ha così tante facce: il mare, i laghi, le montagne. Oppure: piccola. Ma preferisco: sicura, molto sicura.

È la sua grande qualità. Che i cittadini apprezzano. Lei è su Facebook, usa Twitter. Perché? Forse perché sono più giovane di altri politici? Per la nostra generazione, usare il social networking è immediato, naturale. E poi è un buon allenamento per chi è in politica: Twitter ti obbliga a comunicare in maniera concisa, 140 caratteri al massimo. Non è banale.

Il miglior consiglio che lei abbia mai ricevuto dai suoi genitori? Ho ricevuto molti ottimi consigli da mio padre e mia madre. Uno di quelli che funzionano sempre è: non mentire. Non è facile, in politica. Ma se uno non può dire la verità, allora è meglio tacere. Vada a dirlo a Berlusconi... Non si aspetterà che risponda, vero? E ride ancora una volta. Bionda, bella, chic e non le manca il sense of humor. Decisamente, Katarina Kresal non è un cliché.

 

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