«La Sertubi ridotta resisterà fino al 2021»

Rassicurazioni di Gozzi (Duferco) e Serracchiani ai 75 dipendenti superstiti Gli indiani per ora restano poi ipotesi navalmeccanica forse con Fincantieri
Di Silvio Maranzana
Roberto Cosolini (Sindaco Trieste), Debora Serracchiani (Presidente Regione Friuli Venezia Giulia) e Antonio Gozzi (Presidente Duferco) al Tavolo sulla situazione dell'Azienda siderurgica triestina Sertubi, promosso dalla Regione FVG - Trieste 25/11/2014
Roberto Cosolini (Sindaco Trieste), Debora Serracchiani (Presidente Regione Friuli Venezia Giulia) e Antonio Gozzi (Presidente Duferco) al Tavolo sulla situazione dell'Azienda siderurgica triestina Sertubi, promosso dalla Regione FVG - Trieste 25/11/2014

La Sertubi “ridotta” con i suoi attuali 75 dipendenti resisterà fino al luglio 2021 data alla quale è stato prorogato il contratto d’affitto dello stabilimento alla Jindal. Antonio Gozzi, amministratore delegato di Duferco, la società proprietaria dell’area, oltre che presidente di Federacciai, è giunto ieri a Trieste per fornire rassicurazioni in questo senso ai rappresentanti di fabbrica e ai segretari delle associazioni dei metalmeccanici, oltre che a Confindustria Trieste. L’incontro si è svolto nel palazzo del Consiglio regionale di piazza Oberdan alla presenza della presidente della Regione Debora Serracchiani, del vice Sergio Bolzonello e del sindaco Roberto Cosolini. «Per il periodo successivo a quella data, ma in parallelo forse anche per quello immediatamente precedente - spiega Michele Pepe (Fim-Cisl) - sono state fatte anche ipotesi di insediamento di attività in ambito navalmeccanico». In questo senso l’intervento più plausibile sembrerebbe quello di Fincantieri che recentemente ha già preso in affitto una piccola fetta dell’area adattandola a magazzino per attività sottobordo relativamente al vicino arsenale. «Si è registrato un interesse condiviso - ha specificato infatti Serracchiani - per favorire la reindustrializzazione delle aree non utilizzate sul sito della Sertubi». Che già a breve saranno quelle dell’ex produzione a caldo visto che le tre “centrifughe” cioé le macchine che servivano per realizzare i tubi sono già state tutte smontate e stanno per venir impacchettate e spedite in India dove verrà localizzata la produzione. Lo stabilimento triestino, come già in questi ultimi anni, verrà utilizzato solo per la rifinitura del prodotto e come centro di smistamento e vendita in Europa. Nessuna speranza invece di riprendere la produzione in loco sebbene Pepe abbia riportato la notizia che le bollette dell’acqua in Italia aumenteranno del 3,9% nel 2014 e del 4,8% nel 2015 perché le aziende che erogano i servizi idrici hanno ripreso a fare investimenti. In sostanza ci sarebbe lavoro per costruire nuove tubature.

Gozzi ha tentato di smontare le tesi più allarmistiche che paventavano a breve ulteriori riduzioni se non addirittura la chiusura di Sertubi. «La decisione di Jindal di prorogare l’affitto (dal 2016 al 2021, ndr.) - ha affermato - così come l’interesse per rilevare l’acciaieria di Piombino, conferma le strategie degli imprenditori indiani: la volontà di tenere un piede sul mercato europeo e di apprendere nello stesso tempo dall’industria europea gli standard per i prodotti di alta gamma». «La proroga fino al 2021 del contratto d’affitto formalizzato tra Duferco e Jindal - ha aggiunto Serracchiani - rappresenta intanto una garanzia del posto di lavoro per i dipendenti rimasti della Sertubi per i prossimi anni».

«Come amministrazione regionale - ha proseguito la presidente - abbiamo inoltre confermato l’impegno ad accompagnare eventuali proposte di reindustrializzazione che dovessero essere avanzate a Duferco o nell’ambito più generale della procedura di crisi industriale complessa, affidata a Invitalia, con attenzione naturale all’insediamento di Arvedi nell’area della Ferriera». Anche l’amministratore delegato di Duferco ha assicurato la disponibilità a prendere in considerazione eventuali proposte di insediamento. «Non ci tireremo indietro», ha affermato. Sono ipotesi alle quali sono fortemente interessati i 53 ex dipendenti della Sertubi che stanno esaurendo la cassa integrazione straordinaria e che dal primo gennaio verranno messi in mobilità. Esaurite le possibilità di poter essere riassorbiti in Sertubi, alcuni di loro potrebbero trovare collocazione nel laminatoio a freddo che Arvedi intende insediare nel 2016 nell’area della Ferriera e da qui appunto il riferimento preciso fatto da Serracchiani. Secondo il progetto del gruppo di Cremona l’occupazione a Servola potrebbe crescere nei prossimi anni, anche con il rafforzamento del terminal intermodale, fino a 660-680 dipendenti a meno che non si decida di dismettere completamente l’area a caldo anche in Ferriera.

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