La Serbia mostra i muscoli: manovre con 900 soldati

Esercitazione “Combat 2018” davanti al presidente Vučić e agli ambasciatori In azione di attacco i nuovi elicotteri da combattimento con munizioni vere

BELGRADO Il Kosovo arresta un alto rappresentante del governo di Belgrado, la Croazia acquista 12 caccia F-16 da Israele e la Serbia non sta certo a guardare. Anzi, mostra i muscoli. E lo fa con una mega esercitazione di fronte al presidente Alkexandar Vučić e agli ambasciatori stranieri accreditati. Insomma una sorta di rispolvero dell’ancién regime in salsa comunista, visto che Belgrado ha recentemente sfoderato una sorta di non allineamento che ricorda tanto quello del defunto Maresciallo Tito, il tutto con l’occhio rassicurante di Vladimir Putin che veglia sul suo unico bastione su cui può contare nei Balcani.

L’esercitazione denominata “Combat 2018” si è svolta a Pasuljanske livade a Est di Kragujevac come detto sotto l’occhio vigile del capo dello Stato Vučić e dei diplomatici stranieri. Sono state usate munizioni vere in un attacco simulato alle postazione dei ribelli. All’operazione oltre ai nuovi elicotteri da combattimento appena acquistati dalla Russia hanno partecipato circa 900 soldati con carri armati e blindati. «I serbi sono sempre stati buoni soldati - ha detto Vučić - e ne vogliamo avere sempre di più e sempre meglio addestrati». Insomma non proprio parole improntate alla moderazione in un’area che sta nuovamente diventando pericolosa con l’alta tensione in essere tra Serbia e Kosovo con la Republika srpska che in Bosnia-Erzegovina continua a soffiare sulle braci mai spente dell’ultra nazionalismo.

E che Belgrado non stia scherzando lo dimostrano anche i ripetuti voli dei caccia Mig-29 serbi sull’area di Preševo, nell’estremo Sud Est del Kosovo al confine con l’Albania. La popolazione è stata letteralmente terrorizzata da questa presenza nei cieli al punto che è dovuta intervenire la Kfor (Contingente Nato di stanza nel Kosovo in base alla risoluzione 1244 dell’Onu) per calmare le acque. Le autorità del ministero della Difesa serbe hanno giustificato i voli definendoli come preparazione all’esercitazione “Combat 2018”, la quale però si è tenuta qualche centinaio di chilometri più a Nord. Insomma, passaggi dei caccia per rinfrescare bene la memoria sia a Pristina che a Tirana.

Belgrado nella sua corsa al riarmo ha speso qualcosa come 300 milioni di euro. Dalla Russia sono arrivati sei Mig-29 usati, trenta carri armati T-72S e autoblindo da ricognizione Brdm-2. Sono stati acquistati nuovi elicotteri Airbus H-145M, sei per l’esercito e tre per la polizia. Gli elicotteri sono costati circa 100 milioni di euro, mentre circa 200 milioni sono stati destinati per la riparazione dei Mig-29 che Mosca ha, di fatto, regalato a Belgrado, e per la riparazione dei quattro MiG-29 che la Serbia già possiede. I suddetti 300 milioni di euro corrispondono ad una quantità di denaro che è di 20-30 volte superiore a quella che la Serbia ha speso annualmente negli ultimi venti anni per l’acquisto di armi e attrezzature militari.

Gli analisti militari in Serbia concordano sulla valutazione che l’acquisto dei Mig-29 sia una buona mossa perché alla Serbia, per garantire la protezione aerea secondo gli standard internazionali, sono necessari nuovi caccia. In caso contrario dovrebbe affittare delle squadriglie da altri Paesi, operazione notevolmente costosa. Gli analisti militari guardano positivamente anche l’acquisto degli elicotteri Airbus, ma non si spiegano l’acquisto dei carri armati russi usati, perché la Serbia ne possiede già a sufficienza, e quindi la maggior parte finirà nella riserva.

Ma la di là del parere degli esperti i media serbi, soprattutto i tabloid, hanno accompagnato l’acquisto di armi dalla Russia con frasi solenni. In modo trionfante si è parlato di come la Serbia stia diventando la principale potenza militare della regione, offrendo così alla popolazione l’idea di una convincente supremazia militare.

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