La “seima” di Vermegliano: il 2012 un anno sfortunato
RONCHI La direzione del fumo, interpretata dai “vecchi” saggi ha dato il suo responso. Il 2012 sarà un anno sfortunato. Un anno poco prodigo di belle soddisfazioni.
Se è vero l’antico adagio che “se sufia borin poc pan e poc vin”, sarà proprio così, visto che il fumo è andato ad Ovest, spinto dal vento e, quindi, dalle profezie per nulla confortanti. Ieri sera, in tutta la Bisiacaria, si è rinnovata la tradizione dell’accensione delle “Seime”, gli antichi fuochi epifanici che se da un lato danno la possibilità di farci capire come sarà il futuro, dall’altro offrono anche l’occasione, attraverso il fuoco, di scacciare i mali e le “grane” di ogni giorno.
Da Ronchi dei Legionari a San Pier d’Isonzo, da Turriaco a Fogliano a Redipuglia, ma anche a Pieris e a San Canzian, sono stati molti gli appuntamenti ai quali hanno assistito migliaia di persone. Sulle pendici carsiche sopra il rione ronchese di Vermegliano, è stato il circolo ricreativo della Protezione civile a proporre questa antica usanza e non meno di 4mila persone si sono inerpicate da piazza Santo Stefano lungo la “serpentina in monte” per raggiungere quel luogo che domina tutta la Bisiacaria e dal quale si possono vedere ardere anche tutti gli altri fuochi.
Poco dopo le 18 è stato il vicesindaco Livio Vecchiet (che ha ringraziato la locale Protezione civile)che, assieme all’assessore alla Cultura, Riccardo Aviani, e al coordinatore della Protezione civile, Ennio Medeot, ad accendere la catasta di legna alta non meno di 10 metri, accompagnato dai lunghi applausi della gente. Che ha atteso con ansia il responso, purtroppo non certo felice. Ma è stata comunque una grande festa, propiziata anche dalla collaborazione offerta dai dipendenti comunali, dai vivai Petrini, dal centro commerciale Discount di Villa Vicentina e dalle aziende agricole ronchesi.
Ma non meno affollati sono stati gli appuntamenti che hanno caratterizzato la vigilia dell'Epifania a Ronchi dei Legionari, con le “Seime” accese a Selz, in via delle Mostegane, come sempre a cura della famiglia Bassi ed in località “Paloma”, nel rione di Soleschiano, dove protagonisti sono gli amici dell’azienda agricola Tomasin. Una tradizione che continua e che alla gente piace. Numerose anche le persone che, a San Pier d’Isonzo, hanno partecipato alla “Seima” fatta ardere a cura della Pro loco che, in cima alla catasta di legna, ha messo la “befana straca” che ha fatto fatica a prendere fuoco.
A Redipuglia, poi, la “Seima” del circolo San Giacomo, è stata condita con l'offerta del “pan de fighi” per tutti. Numerosi anche coloro che si sono dati appuntamento sul “camp de Gero” per la Seima che è stata proposta a Turriaco dal circolo “Don Eugenio Brandl”. E dall’argine dell’Isonzo le cose sono andate meglio che sulla “monte”. Il fumo del “Seimo” acceso da Roberto Toso in rappresentanza dei “mistri” è andato tra Est e Ovest, decretando un anno incerto. E prima dell’accensione è stata data lettura della “vose de la crodia”, una parodia sui fatti del 2011, mentre alcune poesie sono state recitate dai bambini.
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