La scure sui vitalizi vale 2,6 milioni
TRIESTE. Tra tagli ordinari e tassa aggiuntiva sul doppio vitalizio, l’azione anti-Casta varata in Consiglio varrà per la Regione, dal prossimo marzo a fine giugno 2018, data di scadenza del prelievo sulle pensione degli ex consiglieri di Palazzo, circa 2,6 milioni di euro. Il risparmio per le casse pubbliche, rispetto alla situazione vigente, è di poco meno del 10%.
Dopo che il gruppo ristretto, due giorni fa, ha condiviso una bozza di proposta di legge (12 articoli il 29 gennaio in commissione e il 5 febbraio in aula), è possibile elaborare una stima attendibili dei sacrifici chiesti ai 213 ex (di cui 58 coniugi o eredi) stando alle percentuali di tagli ritenute più opportune per la solidarietà chiesta a chi beneficia da anni di un privilegio ben superiore quantitativamente alle pensioni che i cittadini maturano con il sistema contributivo.
La versione definitiva del testo ha confermato la riduzione prevista per chi ha un solo vitalizio: chi porta a casa un assegno dai 1.500 ai 2mila euro lordi al mese perderà il 6%, chi viaggia tra i 2 e i 4mila euro il 9%, chi tra i 4 e i 6mila il 12%, chi va oltre i 6mila il 15%. Concretamente, esclusi i 41 ex o aventi diritto con vitalizi inferiori ai 1.500 euro, a subire un prelievo dal prossimo marzo (dando per scontato che la legge verrà approvata) per una quarantina di mesi (la norma prevede infatti la scadenza al 30 giugno 2018, quando la materia verrà riesaminata dal prossimo governo regionale) saranno 172 eletti in Regione. Il maggior numero (112) si colloca nella fascia tra i 2 e i 4mila lordi mensili: taglio previsto del 9% (complessivamente 338.611 euro al mese) e oltre 1,2 milioni di trattenute al termine dell’operazione. Altri 38 (da 4 a 6mila euro) subiranno invece una sforbiciata all’assegno pari al 12% (201.719 euro al mese) per quasi 1 milione di euro di contributo triennale.
Restano la fascia più “povera” (13 ex tra i 1.500 e i 2mila euro, decurtazione del 6%) e quella più ricca dei 9 consiglieri con vitalizio da oltre 6mila euro, cui verrà applicato il taglio massimo del 15% che vale per la Regione un introito di 8.584,62 euro al mese e oltre 343mila nella prospettiva triennale.
Il totale è di 2.584.630 euro, ma non è finita qui. Perché nella proposta firmata da Bruno Marini (Fi), Alessandro Colautti (Ncd), Cristiano Shaurli (Pd), Enio Agnola (Pd), Giulio Lauri (Sel), Pietro Paviotti (Cittadini), Claudio Violino (Misto), Paride Cargnelutti (Ncd) e Igor Gabrovec (Pd-Ssk) – i grillini produrranno invece un loro articolato – è pure scritto che, nel caso di cumulo di pensioni da ex eletto di piazza Oberdan e da ex parlamentare, per gli importi fino a 2mila euro il prelievo diventa del 9%, tra i 2 e i 4mila del 13,5%, tra i 4 e i 6mila del 18% e oltre i 6mila del 22,5%. Calcolando questa quota aggiuntiva (il 50% in più del taglio ordinario), la Regione recupererà altri 1.857,71 euro al mese, circa 75mila sul lungo periodo.
Tutto sulla carta, naturalmente, visto l’annunciato ricorso dell’Associazione degli ex consiglieri che, in caso di vittoria legale, potrebbe riuscire a stoppare l’iniziativa di piazza Oberdan.
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