La scalata di Finazzer Flory neoassessore di Milano: dal culturismo alla Cultura

Dal fisico scolpito e dalla palestra Principe al balzo nel capoluogo lombardo come saggista e uomo di teatro
Dal culturismo alla cultura. Prima i muscoli poi il cervello. Il quarantaquattrenne monfalconese Massimiliano Finazzer Flory è stato nominato assessore alla Cultura del Comune di Milano dal sindaco Letizia Moratti, succedendo a Vittorio Sgarbi. Una notizia che ha suscitato non poca meraviglia nella città dei cantieri dove Finazzer Flory ha abitato fino a una decina d’anni fa con i genitori - il padre Fulvio è stato per vent’anni pretore di Monfalcone - ottenendo una certa notorietà proprio come culturista e anche buoni piazzamenti in competizioni di livello regionale. E sempre qui, in via Sant’Ambrogio, aveva anche aperto, subito dopo, una palestra che egli stesso dirigeva. Studi interrotti al Liceo scientifico, ripresi al liceo turistico. Poi l’università, facoltà di Scienze politiche.


Una laurea mai conseguita. E proprio quel titolo di dottore «usurpato» nel 1995 gli scatenò contro l’ira dei Verdi che, pure, cercarono di «tarpargli le ali» nel momento in cui cercava di uscire dal guscio della sua città per mettere a frutto le sue capacità organizzative. Proprio nel 1995, quale direttore del Centro studi Principe, un’emanazione della palestra, Finazzer Flory cominciò a essere protagonista di molte apparizioni televisive su reti Rai, Fininvest e su TeleMontecarlo. Come organizzatore di convegni imperniati sulla terza età e quale reduce da un viaggio in Cina, come da lui stesso precisato in qualità di portavoce della delegazione parlamentare italiana. Secondo i Verdi, informatisi presso il Senato, tale ruolo non corrispondeva al vero. «Finazzer - affermavano - non solo non è stato il portavoce ufficiale e nemmeno ufficioso della delegazione italiana, ma non disponeva a Pechino di alcun accredito ufficiale. Era in sostanza un privato al seguito della senatrice Casellati».


Nel 1997 Finazzer Flory fu anche al centro di un’altra contestazione. Nel mirino la sponsorizzazione da parte della Provincia di Trieste (si parla dunque di danaro pubblico) di un ciclo di conferenze promosso dalla «Fondazione Italia-Europa-Centro studi Principe» presieduta dallo stesso Finazzer Flory. Iniziativa che aveva portato a Trieste, quali relatori, politici nazionali: dall’ex ministro Frattini all’ex presidente del Senato Scognamiglio all’onorevole Giulio Tremonti. Ma le polemiche non frenano la sua ascesa. Nel 1996 lo troviamo, quale membro del Comitato organizzatore delle Giornate contro la cirrosi virale, promotore di un’iniziativa di sensibilizzazione contro le malattie del fegato che coinvolse il gruppo Standa.


Agli inizi del 1998, invece, viene nominato segretario nazionale di Federalismo & Libertà, movimento politico-culturale «nordista» nato da una costola di Forza Italia, sponsor Giulio Tremonti. La stella di Finazzer Flory comincia a brillare. E così, abbandonati gli studi universitari, Finazzer lascia Monfalcone e costrusice la sua carriera come uomo di teatro, autore, regista, perfino attore in produzioni spesso orientate alla rivisatazione delle pagine della letteratura mondiale e al rapporto tra fede e ragione. «Autore teatrale, saggista ed editorialista, è curatore di rassegne culturali su tutto il territorio nazionale e ideatore di nuovi format in cui si intrecciano filosofia e letteratura», come si autodefinisce sul suo sito internet.
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