La “Savina” naviga sotto scorta verso casa

Gli ex ostaggi dei pirati somali stanno portando la nave negli Emirati per le riparazioni. Giovedì la festa a Trieste per Bon

TRIESTE. «Che bel regalo di Natale, il 25 ho ricevuto la telefonata di Eugenio, la sua prima telefonata da uomo libero. La sua voce era stanca ma sembrava finalmente rassicurato. Ora lo attendiamo a Trieste ma non per Capodanno: ci vorrà qaulche giorno in più». Adriano Bon, il padre dell’ufficiale marittimo sequestrato agli inizi di febbraio con il resto dell’equipaggio della “Savina Caylyn”, racconta le ultime vicende della petroliera liberata dai pirati somali. Dopo quasi 11 mesi ferma lungo le coste africane, l’unità della “Fratelli D’Amato” ha richiesto quattro giorni d’incessanti lavori per poter riprendere il mare verso un porto degli Emirati Arabi, dove sosterà per riparazioni prima di raggiungere l’Italia.

«L’equipaggio della Fregata Grecale - si legge in un comunicato della nostra Marina - anche con uomini a bordo della petroliera, ha fornito tutto l’appoggio necessario, medico, logistico e alimentare per la partenza, felice di poter aiutare gli ex ostaggi a rivedere le proprie famiglie quanto prima. Dal pomeriggio del 25 dicembre la “Savina” ha ripreso la navigazione e ora viaggia in acque internazionali sotto stretta scorta dell’unità militare». L’elicottero della “Grecale” la notte effettuava vari passaggi sopra la nave all’ancora per rafforzare la dissuasione verso eventuali maleintenzionati.

«Al telefono Eugenio mi ha spiegato - prosegue Bon - che prendere il largo è stato molto avventuroso. C’erano onde di quattro metri: è stata dura e lo è anche ora. I guasti sono continui e la nave è molto lenta, solo quattro nodi di velocità, anche per le massicce incrostazioni accumulatesi sulla chiglia in tanti mesi di fermo. Mi ha detto che i nostri militari sono stati fantastici».

Il mare agitato ha reso difficile anche il rifornimento di carburante, da una “bettolina” non meglio precisata, comunque non della Marina militare.

«È stato impegnativo» confermava ieri il capitano di fregata Francesco Procaccini. Il comandante della “Grecale” spiega che «tutto l’equipaggio si è prestato senza sosta a fornire il massimo supporto possibile ai ragazzi della “Savina” affinché la situazione di stallo si potesse sbloccare il prima possibile e oggi siamo veramente felici e soddisfatti di potere festeggiare così questo Natale indimenticabile».

E anche Trieste si prepara a festeggiare. «Con la collaborazione del Comune - prosegue Adriano Bon - abbiamo organizzato una festa in piazza dell’Unità d’Italia per giovedì alle 18.30, alla quale invitiamo tutti i cittadini. Sarà un momento finalmente gioioso e un’opportunità, per me e la mia famiglia, di ringraziare quanti si sono adoperati in questi lunghi mesi per Eugenio e i suoi compagni di sventura. Questa volta invitiamo, chi vorrà, a portare con sè un drappo bianco, simbolo di pace e serenità». I festeggiamenti saranno rivolti anche alla liberazione del volontario calabrese di “Emergency” Francesco Azzarà, rapito in Sudan. In piazza dell’Unità, per un ulteriore tocco di allegria, la Banda Berimbau, specializzata in percussioni brasiliane.

L’abbraccio di Eugenio ai genitori sarà comunque rimandato ancora di qualche giorno rispetto alle previsioni che volevano l’ufficiale a casa per Capodanno. Dagli Emirati Arabi i cinque italiani dell’equipaggio della “Savina Caylyn” saranno rimpatriati in aereo, verosimilmente con un volo di Stato, e atterreranno all’aeroporto di Ciampino, a Roma, dove probabilmente saranno convocati i famigliari per il festoso ritorno alla normalità.

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