La Santa sede si prende il controllo di Medjugorje
TRIESTE. Medjugorje si cambia. Dopo oltre trent’anni dall’apparizione della Madonna ai sei veggenti il Vaticano ha deciso di prendere il controllo della gestione di quella che molti già definiscono “la Las Vegas della fede”. La Santa Sede già da molti anni sta discutendo su cosa fare di Medjugorje. Ancora nel 1991 , dieci anni dopo l’apparizione, gli organismi vaticani erano poco convinti su quanto stava avvenendo in Bosnia-Erzegovina e sull’operato dei locali frati francescani. L’unica dichiarazione ufficiale della Chiesa sui fatti miracolosi è fin qui quella della Conferenza episcopale della Jugoslavia in cui si legge che dopo un’accurata analisi non si è in grado di confermare che i fatti in oggetto possano considerarsi miracolosi. E la Chiesa ancora oggi rispetta tale dichiarazione. Anche le autorità comuniste dell’epoca della Repubblica di Bosnia-Erzegovina furono, e non poteva essere altrimenti, molto riservati sugli avvenimenti sovrannaturali. Ma quando vide che nonostante la Chiesa si fosse distanziata dalle presunte apparizioni il desolato luogo cominciava lo stesso ad avere un discreto sviluppo e una notevole crescita di ricchezza grazie a quello che venne ribattezzato come “il turismo della fede”, decise di non interferire e di non attuare alcuna repressione del fenomeno in nome del dio pagano denaro. Medjugorje si è così rapidamente sviluppata in una sorta di parco dei divertimenti della fede dove, accanto a sentimenti veri, sinceri, pieni di speranza ha preso piede una sorta di kitsch commerciale che ha invaso la località, la quale rappresenta un punto focale per il cattolicesimo profondamente radicato in Croazia dove l’86% dei cittadini si dichiara di professare la fede di Santa romana chiesa.
Oggi la Conferenza episcopale jugoslava non esiste più. Così come non esiste più la Jugoslavia. Per questo il Vaticano tre anni or sono sotto la guida dell’allora Pontefice Benedetto XVI decise di istituire una nuova commissione nell’ambito della Congregazione per la dottrina della fede per valutare se Medjugorje potesse essere dichiarata un luogo santo di culto. La commissione è composta da 17 membri, tra di essi ci sono sei cardinali, l’arcivescovo di Sarajevo Vinko Pulji„ e l’arcivescovo di Zagabria Josip Bozani„. Al lavoro della commissione che si è riunita una decina di volte hanno preso parte anche giuristi, teologi, psicologi, studiosi mariani e altri esperti. I lavori si sono svolti a porte chiuse e nel segreto più profondo. Secondo alcune fonti riportate dal quotidiano Delo di Lubiana, i lavori si sarebbero conclusi già lo scorso anno ma la decisione non è stata ancora resa di pubblico dominio.
Ma proprio in questi giorni il portale Vatican Insider ha annunciato che la Santa Sede attraverso la sua nunziatura apostolica prenderà il controllo e la gestione dell’attività pastorale a Medjugorje, fatto questo che, secondo molti analisti, diminuirebbe e di molto, la presenza e l’influenza del vescovo di Mostar su quanto avviene nella località mariana. L’annuncio ha anche suscitato parecchia attenzione soprattutto dopo le presunte miracolose “illuminazioni” della statua della Madonna custodita nella casa di una delle veggenti avvenute di fronte a due pellegrine italiane e alla veggente Vicka raccolte in preghiera davanti la sacra icona. Fatto che ha “scatenato” una vera e propria nuova corsa a Medjugorje che già accoglie circa 100mila pellegrini ogni anno.
Probabilmente passerà ancora del tempo prima che la Chiesa riconosca il carattere miracoloso delle apparizioni della Vergine in Bosnia-Erzegovina, ma l’acquisizione diretta della “gestione” del fenomeno da parte del Vaticano è sicuramente importante soprattutto se inserita in quella sorta di nuovo ordine cui Papa Francesco sta improntando la Chiesa sotto la sua guida. E chissà che proprio sotto il suo pontificato non avvenga quel riconoscimento che neppure il devotissimo a Maria (“totus tuus” era il suo motto) Giovanni Paolo II portò a buon fine.
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