La Sanità isontina avrà 9 nuovi mega-ambulatori
Sino a ieri dicevi “Cap” e il pensiero correva, quasi fosse un riflesso condizionato, al Codice di avviamento postale. D’ora in avanti, i cittadini impareranno a conoscere un altro significato di questa sigla che contrassegnerà gli attesissimi “Centri di assistenza primaria”.
Regione e Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina hanno messo in cantiere, infatti, la realizzazione di ben 9 “mega-ambulatori”, i Cap per l’appunto. E oltre a quelli ospitati a Cormòns e a Grado, se ne aggiungeranno altri sette, a riprova che si vuole arrivare all’effettivo potenziamento dell’assistenza sul territorio.
L’obiettivo è nobile. Si vuole disintasare i Pronto soccorso degli ospedali di Gorizia, di Monfalcone, di Palmanova e di Latisana. Sgravarli, cioé, dai casi più “semplici” e dai codici del triage più bassi che possono essere tranquillamente gestiti dai medici sul territorio. Sembra l’uovo di colombo e, forse, anche lo è. Ma le amministrazioni regionale e aziendale hanno deciso (finalmente) di imprimere un’accelerazione all’ambizioso progetto di potenziamento dell’assistenza territoriale. Così, non servirà rivolgersi per ogni cosa all’astanteria, sottoporsi a lunghe ed interminabili file, sottoporre al tempo stesso il personale sanitario a massicce dosi di stress e superlavoro.
Le parole del direttore. «Il Piano prevede che siano 9, a regime, i Centri per l’assistenza primaria disseminati sul territorio della nostra Azienda sanitaria», premette Giovanni Pilati, direttore generale dell’Aas 2.
«Dopo l’apertura della struttura cormonese (ne parliamo più diffusamente nell’altro servizio), il primo Cap ad essere messo in cantiere sarà quello di Gradisca d’Isonzo. Quindi, tutto l’impegno sarà rivolto all’apertura di un’altra struttura, a Cervignano del Friuli. Entrambi i servizi saranno operativi entro l’anno. Questi sono i nostri programmi».
Gorizia e Monfalcone, pur essendo sedi ospedaliere, avranno i loro bei Centri per l’assistenza primaria. «A Gorizia verrà ospitato nell’area del vecchio ospedale civile ma non nel nosocomio propriamente detto, bensì nella palazzina a destra dove oggi si effettuano le vaccinazioni», annuncia Pilati. Altri Cap, oltre a quello ospitato a Grado che è già funzionante, troveranno ospitalità a Palmanova, a Monfalcone, a Latisana e a San Giorgio di Nogaro. «Riguardo quest’ultima località, sono due le ipotesi per la sede. Ancora non abbiamo deciso quale sarà la location prescelta».
Con l’avvio della Mgi (Medicina generale integrata), coinvolgendo sessantadue dei sessantasette medici del territorio (19 dell’ambito di Latisana, 16 ambito di San Giorgio, 14 ambito di Cervignano, 7 ambito di Palmanova e 6 ambito di Gorizia), verrà garantita a oltre 80mila pazienti una presenza giornaliera ambulatoriale di 8 ore, per arrivare progressivamente a un calo nei ricoveri, una riduzione della spesa farmaceutica e un aumento dei vaccini.
I contenuti dei nuovi Cap. Ma al di là della dislocazione delle sedi, quello che interessa maggiormente i cittadini/utenti sono i “contenuti”, ovvero ciò che troveranno all’interno dei Cap.
Intanto, va subito detto che lì si integreranno medici di medicina generale, specialisti e personale proveniente da ospedali e distretti per garantire prelievi, diagnosi, ambulatori, piccola chirurgia.
I Centri - che costituiscono una delle maggiori novità della riforma sanitaria targata Serracchiani e Telesca - saranno luoghi fisici, punti di riferimento nei quali i cittadini potranno sempre trovare una risposta.
Tali servizi, è stato spiegato recentemente durante la riunione della commissione consiliare sanità, garantiranno inizialmente per 10 ore al giorno la presenza di medici di medicina generale, di infermieri, di specialisti e di strumenti diagnostici anche per diminuire gli accessi impropri al Pronto soccorso.
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