La Safog volta pagina: più produzione e occupati

Ceduta la storica azienda: il Gruppo Cividale lascia lo stabilimento in mano a una società satellite di Tavagnacco. Uilm e Fim fiduciosi: «Nuove prospettive»
Di Giulio Garau
Bumbaca Gorizia 07.04.2009 Infortunio alla Safog - Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 07.04.2009 Infortunio alla Safog - Foto di Pierluigi Bumbaca

Si volta pagina alla Safog, la storica realtà della metalmeccanica con oltre 100 anni di storia a Gorizia, il Gruppo Cividale-Valduga ha deciso la cessione di questo ramo di azienda: l’azienda passa sotto la Swi di Tavagnacco che ha lo stesso business (saldatura e sbavatura). Vengono trasferiti anche 29 lavoratori su 38 che lavorano ancora per pochi giorni alla Safog.

Ma quello che è più rilevante è che per la prima volta una cessione di ramo d’azienda apre nuove prospettive di lavoro per la storica azienda che non solo mantiene la sede a Gorizia, ma vede nuovi scenari con l’aumento di occupati e soprattutto lo stesso Gruppo Cividale assicura un futuro di lavoro per i prossimi sette anni con “commesse” e materia prima “certa.

A darne notizia i sindacati che ieri hanno praticamente concluso gli accordi per il passaggio del ramo d’azienda e che hanno salutato con “sollievo e fiducia” questa opertazione. «Almeno ogni tanto arriva qualche buona notizia per Gorizia - commenta il segretario della Uilm, Luca Furlan - e soprattutto per la prima volta la conclusione della cessione di un ramo d’azienda apre nuove prospettive di lavoro sul territorio». Positiva anche la riflessione di Alessandro Contino della segreteria Fim-Cisl: «Quando ci sono queste cessioni non sempre si può prevedere un futuro positivo, nel caso della Safog abbiamo la sensazione che le cose possano andare a buon fine».

Le prospettive infatti appaiono abbastanza positive: su 38 degli attuali lavoratori della Safog 29 resteranno in sede e lavoreranno nella nuova azienda, la Swi di Tavagnacco che sucessivamente sposterà a Gorizia i suoi 12 lavoratori. E per il futuro si annunciano altre novità: è possibile che la nuova realtà produttiva assorba anche altri 35 lavoratori che attualmente fanno parte delle aziende satelliti dell’appalto. I rimanenti 9 dipendenti della Safog saranno assorbiti dalle aziende del Gruppo Cividale e si occuperanno del controllo di qualità della produzione.

«La cessione del ramo d’azienda è una scelta strategica del Gruppo Cividale Valduga che sta operando su vari settori e business con aziende “spacchettate” - spiega Furlan - e in questa strategia è stato deciso di cedere la Safog a un’azienda satellite del gruppo che lavora a Tavagnacco e che da anni ormai lavora per il gruppo. Come la Safog il business era lo stesso, lavorazioni di saldatura e sbavatura».

Il Gruppo dunque ha esternalizzato queste lavorazioni affidandosi totalmente alla Swi. «Ci sono buone prospettive - è convinto Furlan - perchè l’accordo prevede che lo stesso Gruppo Cividale “giri” il 70% del caerico di lavoro alla Swi per i prossimi sette anni. La stessa Swi comunque si propone di allargare il business coltivando altri clienti. Una situazione che promette bene e a dismostrazione di ciò abbiamo chiuso l’accordo e non ci sono state contestazioni tra i lavoratori. È un po’ di ossigeno che arriva a Gorizia in termini occupazionali, finalmente gestiamo una situazione di crescita e non di crisi».

«C’è una prospettiva di medio - lungo periodo - aggiunge Contino - si parla di crescita per i prossimi sette anni durante i quali il Gruppo Cividale ha garantito che continuerà a fornire le materie prime per la produzione. E non ci saranno ripercussioni occupazionali, si tratta di un’azienda solida che è uscita dalla crisi inizata nel 2009 e continuerà a concentrarsi sul suo core-business crescendo in termini ndi produzione e occupazione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo