La Romania conferma l’europeista Iohannis

Il presidente uscente si impone con un largo distacco sull’ex premier Dancila e ottiene il secondo mandato
epa08022895 Romanian acting President Klaus Iohannis smiles while addressing to media after first exit-polls results were announced, at the PNL headquarters, during the presidential elections runoff in Bucharest, Romania, 24 November 2019. According to exit polls, Romania's centre-right acting president Klaus Iohannis won presidential elections in Romania. EPA/ROBERT GHEMENT
epa08022895 Romanian acting President Klaus Iohannis smiles while addressing to media after first exit-polls results were announced, at the PNL headquarters, during the presidential elections runoff in Bucharest, Romania, 24 November 2019. According to exit polls, Romania's centre-right acting president Klaus Iohannis won presidential elections in Romania. EPA/ROBERT GHEMENT

BUCAREST Un’ottima performance all’andata, un trionfo al ritorno. E dopo i due match, la Romania conserva un capo di stato sinceramente europeista, liberale, modernizzatore. E pure nemico acerrimo di corrotti, malaffare e mazzette.

Si chiama Klaus Iohannis, attuale presidente della Repubblica, centrista che rimarrà sull’ambita poltrona a Bucarest per altri cinque anni. Così hanno deciso ieri gli elettori romeni, chiamati a scegliere al ballottaggio tra lui e Viorica Dancila, ex premier e leader del Partito socialdemocratico (Psd).

Le presidenziali in Romania, Iohannis ok ma sarà ballottaggio
epa07985295 Romanian President Klaus Iohannis holds his ballot as he exits the voting booth at the Jean Monet polling station during the first round of presidential elections in Bucharest, Romania, 10 November 2019. Iohannis is running for a second mandate on behalf of the National Liberal Party (PNL). Romanians are voting in the first round of the presidential elections, and if none of the candidates will win more than 50 percent from the total number of cast votes, there will be a second round held on 24 November. EPA/ROBERT GHEMENT


Il verdetto è stato chiarissimo. Secondo i risultati ufficiali del secondo turno delle presidenziali resi pubblici in tarda serata (spoglio completato all’95%), Iohannis ha conquistato il 63% dei consensi, staccando e di molto Dancila, ferma al 37%. A spingere Iohannis verso la vittoria anche il voto dei tantissimi romeni emigrati all’estero. Secondo quanto hanno anticipato sondaggisti e analisti, i romeni che oggi vivono e lavorano in Italia, Spagna o Germania dovrebbero aver optato anche questa volta in massa per Iohannis, con Dancila che aveva raggranellato tra di loro al primo turno un misero 3%. In calo rispetto al 2014 l’affluenza, che ha toccato il 50% (-14% rispetto al ballottaggio di cinque anni fa), ma è record di sempre di voti tra gli emigrati romeni, con 940mila andati alle urne.

Si tratta della «vittoria più categorica» mai registrata contro i socialdemocratici, di un trionfo della «Romania normale», il primo commento di Iohannis dopo il trionfo alle presidenziali. Di parere opposto Dancila, che ha cercato di sviare l’attenzione dalla sconfitta, sottolineando che i socialdemocratici, in base alle preferenze ottenute al secondo turno delle presidenziali, «hanno riconquistato i voti persi alle Europee, ne abbiamo più di tre milioni», ha aggiunto. Ma di certo Dancila non può festeggiare - a differenza di Iohannis - perdente com’è fra due avversari che non si sono risparmiati colpi bassi in campagna elettorale. Iohannis è un dittatore che ha architettato la caduta del governo, «un codardo e arrogante», era stato l’attacco della ex premier. Iohannis aveva risposto a tono, rifiutando persino un confronto pubblico con l’avversaria, da lui bollata come «l’incarnazione di un regime tossico».

Ma più che le schermaglie tra cavalli in corsa, a far presa sull’elettorato sono state le promesse di normalità fatte da Iohannis, che ha assicurato che lavorerà per una Romania moderna, europea, normale. «Andate a votare» per confermare «la direzione in cui il paese andrà», l’appello. Direzione che Iohannis sicuramente potrà più agevolmente decidere, dopo che è stata messa la parola fine alla conflittuale era della coabitazione tra lui, liberale e i socialdemocratici al governo. Oggi, invece, sulla poltrona di premier siede Ludovic Orban, leader del Partito Nazionale Liberale (Pnl), lo stesso di Iohannis, che traghetterà la Romania – a meno di sorprese - fino alle elezioni parlamentari del 2020. —


 

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