La Rocca di Monfalcone chiusa in agosto
MONFALCONE. Il boom di visite ai musei per Ferragosto ha una fastidiosa eccezione: Monfalcone e la sua sempre più dimenticata Rocca, fortezza emblema del territorio che dall’alto domina la città dei cantieri e i suoi abitanti. Le già rare possibilità di osservarla da vicino, garantite dagli sforzi straordinari di una quarantina di volontari del Gruppo speleo che a rotazione coprono i turni di apertura domenicali o festivi, risultano azzerate per tutto il mese. Gli associati, infatti, risultano impegnati nelle attività dei campi estivi o in spedizioni e, loro malgrado, non riescono a garantire l’accessibilità al sito.
Insomma, ad agosto, Rocca mia non ti conosco. Con un’unica eccezione: il monumento sarà aperto domenica prossima, su precisa richiesta del Comune, per consentire lo svolgimento di una manifestazione. Eppure la costruzione fortificata di origine medioevale, che si erge sulle alture dirimpetto Monfalcone, è a tutt’oggi considerata il simbolo della città e ben si presterebbe a incorniciare una serie di iniziative prestigiose, legate alla prossima ricorrenza del centenario della Grande guerra. Oltretutto dal 30 marzo 1970 è sede del Museo speleo-paleontologico, nel quale trovano esposizione oltre 10mila reperti di carattere storico-scientifico. Dunque di materiale da ammirare ce n’è parecchio. Anche le idee, promosse come spiega il presidente Giorgio Deiuri, dal Gruppo speleologico che con tanti sacrifici assicura comunque un’apertura del sito durante l’anno, abbondano. Purtroppo si scontrano sempre con un titano inscalfibile, la burocrazia. «La nostra associazione – spiega Deiuri – è la prima a volere che la fruizione della Rocca si ampli il più possibile, così valorizzando un patrimonio della collettività, ma purtroppo non dipende da noi, bensì dal Comune che ci boccia tutti i progetti». Un esempio? È da inizio anno che il Gruppo speleologico ha avanzato la richiesta al Comune di inserire nell’anello circolare dell’antico edificio delle foto panoramiche sui luoghi che circondano la fortezza (la città, le vicine catene montuose, Doberdò, Grado, Lignano), ma a tutt’oggi ancora nessuna risposta. Inoltre abbiamo proposto l’allestimento di alcuni concerti in loco, magari con la banda civica, ma si sono ottenuti solo dei “no”, motivati da ragioni di sicurezza e dalla necessità di avere la presenza del 118 e della Protezione civile, di toilette e di un supporto antincendio.
«Chiaro che questo tipo di risposte ci demoralizza – prosegue Deiuri – e infatti non abbiamo ancora avuto il coraggio di esprimere ulteriori proposte, a nostro avviso molto importanti, che calzerebbero a pennello con le prossime iniziative legate al centenario della Grande guerra. Ci piacerebbe, infatti, che l’anello interno della Rocca, posto tra la muraglia esterna e le mure interne e coperto dalla passerella, venisse svuotato dalle masserizie e usato come spazio espositivo per una mostra legata al tema. Già immaginiamo che non sarà facile ottenere i permessi dalla Soprintendenza».
Il gruppo, durante l’anno, garantisce l’apertura invernale (orario 10-12 e 15-17) ed estiva (9-13) della Rocca, e cerca di arricchire con propri fondi il sito, vedi le gigantografie o i dépliant in inglese e tedesco per promuovere il monumento tra i turisti. «Come volontari – conclude il presidente, al suo quarto mandato triennale – avanziamo proposte, altri poteri non abbiamo. Ma garantisco che è sempre molto difficile ottenere qualcosa».
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