La rivoluzione di Basaglia ha perso anche Pirella
Si è spento nella sua casa di Torino Agostino Pirella, braccio destro per quattro anni di Franco Basaglia all’ex Opp di Gorizia e, quindi, fra i primi artefici della “rivoluzione” dello psichiatra...

Si è spento nella sua casa di Torino Agostino Pirella, braccio destro per quattro anni di Franco Basaglia all’ex Opp di Gorizia e, quindi, fra i primi artefici della “rivoluzione” dello psichiatra veneziano nella cura ai malati di mente.
Il professor Pirella aveva 87 anni. Si era laureato in medicina all’università di Parma (sua città natale) nel 1954 e, dal 1955, aveva lavorato all’ospedale psichiatrico di Mantova. In quegli anni conobbe, diventandone subito amico, Basaglia, del quale condivideva le idee innovatrici.
Ma nel 1965 la sua vita professionale ebbe una svolta decisiva: in quell’anno si unì infatti all’equipe che Basaglia stava formando a Gorizia. Formidabile organizzatore, dal carattere riservato e pacato, Pirella divenne, sia pure in modo diverso dal suo “mentore”, un leader riconosciuto all’interno del gruppo. Basaglia lo aveva invitato a Gorizia già nei primi anni Sessanta ma l’assunzione come primario (soggetta a concorso pubblico) avvenne, come detto, soltanto nel 1965. Il “direttore” Basaglia riteneva che Pirella dovesse occupare una posizione istituzionalmente forte all’interno dell’ospedale, e a lui toccò l’arduo compito di “aprire” i reparti ancora chiusi, quelli che ospitavano i pazienti più difficili.
Quando Basaglia lasciò Gorizia, nel 1969, Pirella diventò direttore del “manicomio”. “Corteggiato” da altre città e altre amministrazioni interessate a riformare le proprie istituzioni, nel 1971 accettò il posto di direttore dell’Opp di Arezzo. Nella città toscana l’esperienza di Pirella sarebbe diventata una delle realtà più interessanti e radicali nell’Italia degli anni 70, quella più vicina, fra le tante “post-basagliane” all’idea di “un’altra Gorizia”, tale da ispirare una serie di libri, studi, servizi giornalistici e fotografici. Lo stesso Pirella, oltre ad aver contribuito a “L’istituzione negata” e a “Che cos’è la psichiatria”, scrisse diversi libri e articoli per riviste specializzate. Dopo i lunghi anni trascorsi ad Arezzo fu responsabile dei servizi psichiatrici della Regione Piemonte.
Molti goriziani ricorderanno anche la moglie, Gianna Bigi, pure lei parmense, donna di grande cultura, insegnante di italiano all’Istituto tecnico commerciale “Fermi” e consigliere comunale prima nel Psiup e poi nel Pci dal 1973 al 1985 (scomparsa nel 2002) e il figlio Martino, architetto, trasferitosi per lavoro prima a Milano e poi a Roma. Agostino Pirella venne per l’ultima volta a Gorizia il 7 maggio 2007, per partecipare, con Domenico Casagrande, Giovanni Jervis e Antonio Slavich, a una seduta straordinaria del consiglio comunale in cui fu conferita la cittadinanza onoraria all’equipe basagliana.
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