La rivoluzione della differenziata: i cassonetti a "scomparsa" VIDEO

Inagurati  dal sindaco Roberto Dipiazza e dall’amministratore delegato di AcegasAps Cesare Pillon, sono costati in tutto 700 mila euro. Poggiano su pedane sotterranee che sbucano al comando degli operatori. Raccolgono 50 volte il volume di immondizie dei cassonetti strandar. LE FOTO

TRIESTE. Da ieri a mezzogiorno il nuovo salotto buono del centro - momentaneamente trasfigurato dall'invasione dei gazebo elettorali - ha il suo, altrettanto nuovo, sistema per nascondere la polvere sotto il tappeto. Polvere - intesa in questo caso come rifiuto urbano - che però non resterà lì a far mucchietto ma, quando servirà, verrà levata di mezzo la notte dai camion dei netturbini. Paolo Rovis, da assessore con delega alle partecipate, e l'amministratore delegato di AcegasAps Cesare Pillon, con l'esilarante benedizione di Roberto Dipiazza, hanno infatti inaugurato gli annunciati cassonetti a scomparsa di piazza della Borsa, interrati sotto l'arenaria. Si tratta di cinque contenitori invisibili - due per la carta, uno per vetro e lattine e uno per la plastica più un gigantesco elettrocompattatore per i rifiuti non riciclabili - da riempire utilizzando sei delle otto bocche in ghisa in superficie (due in realtà posticce perché custodiscono le centraline elettroniche dell'impianto) posizionate sotto la statua di Leopoldo.

I cassonetti, appoggiati a loro volta su pedane sotterranee che sbucano a comando degli operatori, saranno svuotati - quello per i non riciclabili, per la precisione, sarà addirittura sostituito - mediamente due volte alla settimana. E considerando che una simile batteria di contenitori - per effetto proprio dell'elettrocompattatore scarrabile - tiene grosso modo 50 volte il volume di immondizie di cui è capace un'analoga serie di "bottini" standard, lì intorno spariranno ovviamente dalla vista i cassonetti tradizionali. Fin da lunedì prossimo, confabulavano Dipiazza e Rovis alla presentazione, quelli sotto la Camera di Commercio toglieranno il disturbo. «Stavolta - una delle tante che ha sparato il sindaco - devo dire bravi a Rovis e Pillon che mi hanno convinto. Ero scettico, da anziano quale sono, perché mi proponevano un'innovazione che costava una botta (si veda l'articolo a destra, ndr). Ma il risultato è eccellente. Abbiamo un impianto leader in Italia, a Udine neanche sanno che cosa sia una roba del genere...».

E mentre Rovis batteva sui vantaggi di tale operazione, «in termini di impatto visivo in aree di pregio come questa», auspicando «che la prossima amministrazione ne faccia un'altra analoga in piazza della Repubblica», Pillon ha ricordato in effetti che l'impianto capostipite di AcegasAps, a regime a Padova, vale «solo per rifiuti organici mentre qui a Trieste sono stati predisposti cassonetti interrati per tutte le categorie di rifiuti indicate dalla legge». Quella di piazza della Borsa, insomma, sarà pure un'isola che non c'è, ma è a tutti gli effetti un'isola ecologica. Una delle oltre mille - oggi ce ne sono circa 500, diverse delle quali incomplete - che saranno sistemate, a cielo aperto ovviamente, nelle prossime settimane in tutta la città per permettere lo start-up di una rivoluzione culturale di nome raccolta differenziata obbligatoria.

Essa prevede, come era stato annunciato, la partenza al primo giugno di un periodo sperimentale di sette mesi senza multe, che invece scatteranno dal primo gennaio 2012. Proprio ieri è andata in scena l'ultima riunione operativa tra i tecnici del Comune e quelli di AcegasAps, per calendarizzare le varie fasi di posizionamento delle nuove isole ecologiche, che una volta collocate tutte non disterranno più di 300 metri dalla casa di ogni triestino. La road-map prevede che i cassonetti comincino ad arrivare, nei magazzini di AcegasAps da quelli della ditta fornitrice, lunedì 9 maggio. Da mercoledì 11, quindi, inizierà l'installazione. Si partirà dalle periferie e dai rioni per convergere poi verso il centro città.

La prima zona che sarà dotata di isole ecologiche nuove, proprio l'11 maggio, è stata individuata: viale Miramare. In venti giorni - con l'obiettivo appunto del primo di giugno - sarà battuto tutto il territorio comunale. O meglio quasi tutto, visto che le strade più inerpicate - come scala Santa, piuttosto che Piscianzi - saranno completate anche oltre il termine del primo giugno. «Ma entro quella data - promette Rovis - avremo già raggiunto oltre il 90% della popolazione». Se i ritardi dovessero ditalatarsi, ne risponderà un altro sindaco, posto che il ballottaggio è il 29 e il 30 di maggio.

E per chi "sgarra" multe a partire dal 2012
I cinque cassonetti sotterranei inaugurati ieri in piazza della Borsa rappresentano il punto di partenza dell'operazione "differenziata obbligatoria", che sarà messa in pratica in virtù di un investimento iniziale da 800mila euro e di maggiori costi di gestione a regime calcolati sul mezzo milione l'anno, per cui però si pronostica un contestuale rientro per effetto di un aumento del business dell'inceneritore dovuto a una crescente possibilità di bruciarvi immondizie provenienti da fuori. Una volta messe in città le 500 nuove isole ecologiche e una volta completate le altrettante già esistenti - che talvolta in effetti non risultano complete di tutti e quattro i contenitori indicati dalla legge, ovvero carta, vetro, plastica e rifiuti non riciclabili - ogni cittadino sarà messo nelle condizioni di averne una a una distanza massima da casa di 300 metri, come predica lo stesso Regolamento di igiene urbana approvato dal Consiglio comunale in quest'ultimo scorcio di Dipiazza-bis. Non saranno però fissate con il cemento, nel senso che potranno ancora essere soggette a un eventuale, benché minimo, aggiustamento di "sede": «Le segnalazioni dei cittadini - spiega Rovis - verranno mediate dalle circoscrizioni». Con quest'operazione Trieste si doterà di quattro milioni e mezzo di litri - intesi stavolta come unità di misura per dare una dimensione al volume - di contenitori in più rispetto a oggi per buttare le immondizie. Il regime delle sanzioni da 100 euro in caso di "flagranza" scatterà come si sa con il primo gennaio del 2012 al termine di un periodo sperimentale di sette mesi. L'obiettivo superambizioso annunciato da Comune e AcegasAps è passare, in più anni, dall'attuale 21% di differenziata al 60%. Superambizioso se si pensa che Padova, oggi un modello di civiltà tra i capoluoghi con oltre 200mila abitanti, ne fa il 45%

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