La “rivoluzione dei treni” Tutte le manovre a Adriafer

Dal primo febbraio movimenterà gli oltre cento convogli settimanali dai terminal Stamattina alla Torre del Lloyd la discussione sul modello organizzativo

Dal primo febbraio Adriafer, società ancora di proprietà dell’Autorità portuale ma in via di privatizzazione, movimenterà tutti i treni, oltre un centinaio alla settimana, in partenza e in arrivo dai Moli Quinto, Sesto e Settimo, sia al di qua che al di là del muro che segna il confine tra porto e città. Sarà il compimento definitivo della rivoluzione che manda finalmente in soffitta la cosiddetta doppia manovra, una delle più pesanti palle al piede dello scalo triestino. Già dall’11 gennaio Adriafer esegue sia la manovra secondaria che quella primaria, cioé dentro e fuori il porto, sui convogli che poi sulle reti internazionali sono operati da Rail traction company e da Rail cargo carriere Italia. A partire dal primo febbraio le farà entrambe anche per i convogli di Trenitalia cargo. Lo conferma l’amministratore unico di Adriafer, Giuseppe Casini che specifica che Adriafer effetuerà inoltre le manovre a Servola anche per la Depositi costieri triestini azienda che movimenta derivati dal petrolio di proprietà di Giuliana Bunkeraggi.

Ciò comporta dei riflessi positivi anche dal punto di vista occupazionale e indica come il settore portuale e più in generale quello dei trasporti intermodali può costituire un serbatoio di nuovi posti di lavoro. «I nostri dipendenti in questo ultimo lasso di tempo - spiega Casini - sono passati da 25 a 39 con l’innesto dunque di 14 nuove unità che hanno già seguito un corso di formazione di un mese e mezzo, mentre l’organico finale potrebbe essere portato a 43 persone». «Delle quattordici persone in più - spiega Renato Kneipp (Filt-Cgil) - dodici sono assunzioni nuove, mentre in due casi si tratta di lavoratori somministrati che sono stati stabilizzati. Contiamo ora sul fatto che Adriafer assorba ulteriori quattro o cinque lavoratori prendendoli da Serfer, società delle Ferrovie dello Stato». La società si sta attrezzando anche dal punto di vista dei mezzi: «Abbiamo quattro locomotori diesel due dei quali sono stati sottoposti a revisione generale - ha recentemente spiegato l’amministratore - mentre ne stiamo acquistando un quinto».

Il nuovo modello organizzativo di Adriafer sarà discusso oggi in un confronto con le rappresentanze sindacali che si svolgerà dalle 9 di questa mattina alla Torre del Lloyd sede dell’Authority in precedenza a un altro incontro di forte rilievo che dovrà sancire la nascita della nuova Agenzia del lavoro portuale e che inizierà invece alle 12.30. In quest’ultimo caso si tratterà di dar vita a un nuovo soggetto per il lavoro temporaneo, gestito dalle imprese e dalla stessa Autorità portuale che dovrebbe includere sia i lavoratori della Minerva che è quel che resta della vecchia Compagnia portuale sia quelli della Deltauno: complessivamente almeno 110 persone.

Tornando ai treni, i numeri di questo traffico in base al consuntivo del 2015 già collocano Trieste ai vertici nazionali della movimentazione ferroviaria in ambito portuale. 5604 sono stati i treni - con destinazione prevalentemente internazionale - manovrati con un aumento del 12,71% sul 2014. E per il 2016 si prevede un ulteriore consistente balzo all’insù anche perché la manovra unica permetterà un risparmio sotto tutti i punti di vista. «I costi si ridurranno del 30% e i convogli si fermeranno un’ora in meno a Campo Marzio liberando più rapidamente binari e personale», ha spiegato recentemente il commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino. Le tariffe triestine si abbassano ai livelli di quelle di La Spezia e di Genova e diventano concorrenziali con Capodistria prefigurando così anche un possibile trasferimento di traffici.

Fatta la rivoluzione, si riapre il capitolo della privatizzazione della società. Delle tre partecipate infatti D’Agostino ha stoppato la privatizzazione di Porto di Trieste servizi e la vendità dell’ultimo 40% di quote di Trieste terminal passeggeri, ma ha confermato il via libera alla cessione di Adriafer. Le manifestazioni di interesse giunte all’Authority per la sua acquisizione sono state tre. La prima di Serfer società delle Ferrovie dello Stato. La seconda di tre terminalisti locali e cioé la Tmt del Molo Settimo, la Parisi e la Samer in cordata con tre imprese ferroviarie: la Udine-Cividale (Fuc), Rail traction company e la Rail cargo carriere Italia. La terza è di InRail, impresa ferroviaria che ha la propria base operativa a Udine. L'advisor, Kpmg, dovrà ora predisporre la procedura di gara anche se pare di capire che la stima sul valore della società dovrà essere rifatta ora che Adriafer ha di molto aumentato le proprie competenze.

(Silvio Maranzana)

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