La rivolta dei ristoranti in Istria e nel Quarnero

«Il 60% ha registrato un calo degli affari del 50% a causa della pandemia». Chiesta la sospensione dell’Iva. A Spalato altri 109 casi. A Fiume 25 positivi
Locali sul lungomare di Lussinpiccolo
Locali sul lungomare di Lussinpiccolo

ZAGABRIA. A partire dalle 11.55 di questa mattina (giovedì 10 settembre) i ristoratori dell’Istria e del Quarnero chiuderanno i propri locali per un’ora. Si tratta di una protesta simbolica organizzata dall’associazione regionale dei ristoratori (Uuik) per lanciare un grido di allarme sullo stato di salute del settore. «Chiudiamo oggi per poter rimanere aperti domani», questo lo slogan usato dall’associazione di categoria per richiamare l’attenzione sulle conseguenze della pandemia e delle misure di prevenzione sull’economia della ristorazione. «Sulla base di un sondaggio condotto presso 500 ristoratori provenienti da tutto il paese, abbiamo scoperto che quasi il 60% ha registrato un calo nel giro di affari di oltre il 50%, mentre il 40% ammette che in queste condizioni non sopravviverà fino alla prossima stagione», scrive l’Uuik in un comunicato. Ancora più grave, «l’80% dei datori di lavoro sarà costretto a rescindere dei contratti con i dipendenti».

«Doveva essere la stagione dei record, invece è diventata una lotta per la sopravvivenza», continua l’associazione dei ristoratori dell’Istria e del Quarnero, che chiede ora al governo di intervenire per limitare i danni. Tra le richieste avanzate all’esecutivo di Andrej Plenković, figura la sospensione del pagamento dell’IVA fino al 1° marzo 2021 e l’abbassamento dell’IVA al 10% sul cibo, più l’introduzione di sovvenzioni.

Sul fronte della pandemia resta Spalto il maggiore focolarico della Croazia con un amedia di 100 casi di coronavirus al giorno. Mercolediì ve ne sono stati 109. I malati ricoverati in ospedale sono 72, di cui 7 hanno bisogno della ventilazione artificiale. Due i deceduti,. C’ è da rilevare pure il record registrato suo malgrado dalla Contea del Quarnero e Gorski kotar, con 25 casi. —


 

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