La rivolta dei chioschi del litorale di Barcola: «Che guaio, senza wc»

Il gestore Alessandro Rossi: «Abbiamo raccolto 500 firme ma il Comune non trova una soluzione»
Foto BRUNI TRieste 25.05.12 Alessandro ROSSI, tre generazioni di chioscari a Barcola
Foto BRUNI TRieste 25.05.12 Alessandro ROSSI, tre generazioni di chioscari a Barcola

I gestori dei chioschi di Barcola sono sul piede di guerra. Come ogni anno, con l’arrivo della bella stagione, si ripresenta il problema dell’assenza di servizi igienici lungo il percorso che dalla fine della pineta porta fino al Castello di Miramare. Chi ha un bisogno impellente, se lo deve tenere.

Da quando la primavera ha fatto capolino la zona di Barcola si è animata. Ma ad oggi restano aperti, in certi orari, solo due dei wc dello stabilimento dei Topolini. Dal prossimo 1 giugno dalle 7.30 alle 19 saranno tutti aperti. Ma quel servizio, inaccessibile in certi orari, non può accontentare tutti.

«Noi non ne possiamo più - tuona Alessandro Rossi, gestore del chiosco all’altezza del Bivio e di quello davanti al ristorante Marinella – stiamo offrendo un’immagine di Trieste che di turistico ha ben poco. Abbiamo anche raccolto oltre 500 firme ma non è cambiato nulla».

I bagni che fanno parte dello stabilimento dei Topolini sono spartani: niente sapone, salviette o carta igienica. Sono dei semplici bagni alla turca irraggiungibili e impraticabili da un diversamente.

I 7 chioschi sistemati lungo la riviera barcolana sono dotati di un wc che la legge non permette di far utilizzare ai clienti. «Noi paghiamo l’Imu, abbiamo tanto di numero civico – evidenzia Rossi – eppure siamo considerati ambulanti e non abbiamo diritto ad avere un wc aperto al pubblico. Chiediamo da anni di poter far realizzare, a nostre spese, un servizio annesso da ogni chiosco – spiega Rossi – abbiamo anche fatto redigere un progetto. Al precedente assessore comunale ai Lavori Pubblici, Elena Marchigiani, abbiamo spedito una lettera firmata da tutti i gestori dei chioschi per chiedere una soluzione e far vedere il progetto. Ma ad oggi nessuno ci ha contattato».

«Da anni prospettano delle soluzioni, i cittadini protestano – sottolinea Clara Quaranta che gestisce il chiosco di Cedassamare – ma ci troviamo punto e a capo. Anche in occasione della Bavisela ci sono stati gravi problemi».

«Avevo raccolto le indicazioni dei gestori – afferma la Marchigiani – e sulla situazione sono state fatte delle valutazioni». L’unica soluzione potrebbe trovarsi nel nuovo Piano regolatore. La palla ora è passata nelle mani del neo-assessore ai Lavori Pubblici, Andrea Dapretto. «Per questa stagione ormai non è possibile fare nulla – ammette – per eventuali modifiche ai chioschi serve una variante del Piano regolatore. Ci sono di mezzo anche questioni più complesse che riguardano licenze e limiti». I chioschi, se dotati di servizio igienico, diventerebbero esercizi pubblici a tutti gli effetti.

«La soluzione che stiamo cercando di trovare non è immediata – avverte l’assessore – perché è da escludere anche il posizionamento di bagni chimici lungo il lungomare: vi immaginate quei servizi posizionati sotto il sole cocente e accanto alla gente che prende la tintarella?»

La soluzione che sta valutando l’amministrazione è quella di realizzare dei servizi igienici sul lato apposto a quello dove ci sono i chioschi. «Ma per individuare le aree giuste, - conclude Dapretto - in linea con gli attraversamenti pedonali, ci vuole del tempo».

Laura Tonero

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